Giulio Romani dice anche che "Adesso occorre lavorare tutti nella giusta direzione"
SIENA. Da First Cisl riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione di Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, rispetto al piano industriale di Mps.
“Un piano di difficile realizzazione, com’è naturale vista la situazione della banca, ma che si prefigge di agire attraverso percorsi condivisi, sia rispetto alla ristrutturazione dell’organizzazione, sia rispetto alla riduzione dei costi. La dichiarata volontà espressa dall’ad Morelli di ricercare soluzioni sempre condivise – aggiunge Romani – non può che trovarci concordi e disponibili ad affrontare la nuova fase con il consueto senso di responsabilità. D’altra parte, le incognite che subordinano la riuscita del piano a fattori ad oggi ancora non completamente chiariti ci suggeriscono la necessità di presidiare con attenzione le diverse fasi di attuazione del piano, affinché gli ennesimi sacrifici chiesti sugli organici non siano spesi vanamente.
Già dai prossimi giorni sarà possibile verificare le reazioni dei potenziali investitori: all’ad Morelli, di cui abbiamo apprezzato l’approccio schietto e pragmatico e gli intenti di porre al centro del progetto le persone, clienti e lavoratori, auguriamo di poter condurre in porto un’operazione che, per la sua complessità e delicatezza, è, come da egli stesso affermato, senza precedenti nel settore”.
Il piano industriale di Mps, presentato ai sindacati, prevede che alla concentrazione delle aree commerciali e delle filiere di comando coincida una rilevante riduzione delle filiali (25% – circa 500), cui corrisponde una riduzione del personale di circa il 10% (saldo negativo di 2600 unità a fine piano), da gestire con piani di esodo volontari e mancata sostituzione delle uscite naturali (complessivamente 2900 unità) e con assunzioni limitate a 300 addetti, in osservanza alle previsioni delle normative aziendali, relativamente a categorie protette e familiari di dipendenti deceduti in servizio. Un’attenzione particolare viene riservata all’attività creditizia, sia per quanto riguarda la cessione della grande mole di deteriorati, sia per quanto riguarda un recupero della vocazione commerciale della banca, all’interno della quale dovranno essere definiti nuovi modelli di approccio con la clientela”.