E sui voucher: "Nesuna formazione sulla sicurezza"
SIENA. Anche una rappresentanza degli operai edili senesi era presente ieri alla manifestazione indetta dai Sindacati a Roma per la valorizzazione del lavoro edile e chiedere al Governo di allargare la platea dei beneficiari dell’anticipo pensionistico (APE).
“Per gli edili – spiega il Segretario provinciale della FILLEA CGIL Fabio Seggiani – l’Ape agevolata, l’anticipo pensionistico disposto dal Governo per certe categorie di lavoratori, mette paletti enormi che consentiranno di accedere all’Ape a meno di 2mila lavoratori sui 23mila edili anziani. Sono penalizzati proprio questi lavoratori, anche perché la loro vita lavorativa è caratterizzata dalla discontinuità. Per questo l’Ape agevolata, così come è, è una presa in giro. A 65 anni lavorare in cantiere è dura, i lavori non sono tutti uguali, non ci possono essere degli anziani sulle impalcature!”.
“E poi c’è la questione dei voucher e della sicurezza sui luoghi di lavoro” – aggiungono i lavoratori. “Coloro che lavorano sui ponteggi tramite questo strumento – sottolineano con forza gli edili – non ricevono la formazione preventiva di 16 ore prevista dal contratto di lavoro. La scelta del Governo di introdurre nella manovra di correzione dei conti nuove forme di lavoro ‘occasionale‘ dopo l’abrogazione dei voucher è inaccettabile”.
“Da mesi la CGIL è in campo per contrastare norme ed idee che in questi anni hanno scelto la strada della svalorizzazione del lavoro e della riduzione dei diritti come modello competitivo – sottolinea il Segretario Fabio Seggiani – ma questa è una strada sbagliata, che impoverisce il Paese oltre che il lavoro. Il Governo deve aprire una discussione e un confronto per un nuovo diritto del lavoro, più inclusivo, più giusto”.
“Il nostro Sindacato – conclude il rappresentante della Cgil – ha avanzato delle proposte alternative ai voucher. Non è accettabile che si usi la propaganda del contrasto al lavoro nero (che i voucher non hanno fatto emergere, anzi hanno legittimato) per introdurre nuove forme di lavoro povero e sottotutelato, in particolare a favore delle imprese, di cui non si sente alcun bisogno. Bisogna invece discutere di come contrastare la disoccupazione, aumentare gli investimenti, valorizzare il lavoro. E noi continueremo la nostra battaglia per il diritto al lavoro con diritti”.