I segretari invitano l'azienda a non attaccare il sindacato e scaricare le responsabilità sulla città
SIENA. “Ricordiamo all’Azienda ospedaliero universitaria senese che la Cisl per storia, moralità e tradizione non ha mai fatto e non fa allarmismo, semmai, nella democratica dialettica del confronto, si occupa e si preoccupa di tutelare i lavoratori laddove vengono riscontrare situazioni che ne possono peggiorare il benessere lavorativo, retributivo e dei diritti previsti per legge. Pertanto, di sorprendente, c’è solo l’atteggiamento del direttore generale il quale, invece di ascoltare il sindacato che per sua natura si deve fare interprete di quanto viene costantemente evidenziato dai lavoratori rispetto alle condizioni lavorative nell’ospedale Le Scotte, in preda alla sindrome di ‘Calimero’, scarica tutte le responsabilità sulla città”. Lo sottolineano i segretari della Cisl Funzione pubblica Valentina Francesconi e Paolo Monti.
“Purtroppo siamo abituati alle parole del dg Barretta ogni qualvolta qualcuno esprime opinioni diverse dalle sue” aggiunge il segretario confederale Riccardo Pucci. “Ma la Cisl rivendica con orgoglio di essere stato il primo e unico sindacato a porre sul tavolo del confronto i temi delle difficoltà dei lavoratori a causa del clima interno dimostrato ampiamente critico, delle diverse e molteplici richieste di uscite, delle ispezioni notturne ai colleghi ingiustificate all’ospedale Le Scotte. Nessuno ha mai parlato di danni per l’utenza e per i pazienti, dichiarazioni gravi e lesive quelle del dg che parla di allarmismo in sanità attribuendole al nostro sindacato. Abbiamo ampiamente scritto che valuteremo i dati finali rispetto alla fuga e all’uscita del personale, e i dati saranno lì a dimostrarlo”.
“Ma è evidente – aggiunge ancora Pucci – che ci sono tre temi da attenzionare e affrontare urgentemente: il primo, quello del rischio che nella fuga e nell’uscita si perdano professionalità acquisite nel tempo e che le professionalità vengano sostituite una ad una; il secondo, per stessa ammissione del direttore, il fatto che quella senese è una delle aziende con le retribuzioni più basse anche in relazione al ruolo di infermiere DS ex professional, oggi infermiere esperto e mancante in azienda; la cui presenza, invece, potrebbe aumentare le retribuzioni del personale. Su questi, come su altri temi, il sindacato non si è mai sottratto ed è sempre disponibile al confronto.
Cogliamo, inoltre, l’occasione per salutare e ringraziare il dg Antonio d’Urso, che è riuscito ad instaurare con le parti sociali, il personale tutto un rapporto di fiducia, umiltà e di confronto sempre costruttivo.
Infine, la Cisl nel corso dell’Open day, ha lanciato la proposta di un osservatorio stabile sul lavoro. L’azienda ospedaliera universitaria senese pensa di rimanerne fuori? Sarebbe utile che tutte le parti fossero propositive come lo sono state la Cisl, le altre organizzazioni confederali, il Comune, la regione Toscana in questi anni, invece di essere un’azienda autoreferenziale e continuare a dare le colpe al territorio piuttosto che guardare per prima cosa in casa propria” conclude Pucci.