Per il sindacato occorre un nuovo ‘piano regolatore’ sui servizi di prossimità
SIENA. A conclusione del ciclo di incontri svolti con la ASL e la Società della Salute Amiata-Valdichiana Senese-Valdorcia non possiamo esimerci dall’esprimere un forte dissenso sulle scelte effettuate per l’attuazione del PNRR, in particolare sulla Missione 6 “Salute”. A partire dal metodo, perché il confronto è avvenuto quando le decisioni erano state già prese unilateralmente.
Sul merito, visto che l’obiettivo del programma europeo è notoriamente quello di ampliare ed estendere l’assistenza socio-sanitaria sul territorio attraverso l’apertura delle Case della Comunità (Hub e Spoke) e degli Ospedali di Comunità per le cure intermedie, è amaro constatare come con le decisioni prese, al termine del cronoprogramma realizzativo del piano nel 2026, la situazione dei servizi di salute di prossimità sul territorio nella zona sarà la fotografia di ciò che è già presente!
Speravamo che con l’occasione del PNRR si ovviasse alla endemica carenza di Case della Salute nel senese – ricordiamo che nella nostra provincia ce ne sono solo 4 a fronte di ben 16 nella provincia aretina – ed invece si è scelto di destinare i finanziamenti sulle due strutture già esistenti nella zona, Chiusi ed Abbadia San Salvatore, senza incrementare l’assistenza sul territorio.
Eppure vi erano e vi sono alternative alla scelta effettuata. Edifici che possono ospitare Case della Comunità esistono a Sinalunga (attuale Presidio), a Montepulciano (ex distretto accanto alla RSA Cocconi Bernabei) e a Chianciano (ex ospedale locale).
Stesso discorso vale per l’Ospedale di Comunità che, secondo quanto previsto dal PNRR sulla base della popolazione della Zona, dovrebbe avere oltre 30 posti letto, mentre con la ‘non scelta’ della ASL si è deciso di lasciare le cose come stanno attualmente, con i soli 14 posti letto presso l’Ospedale di Nottola.
Anche in questo caso nel territorio della SdS esistono altre soluzioni praticabili: l’edificio sequestrato alla mafia a Chianciano Terme oppure l’ex ospedale locale di Sarteano. Opzioni che permetterebbero di liberare spazi nel nosocomio di Nottola da utilizzare per il suo futuro sviluppo.
Occorre da subito un nuovo “piano regolatore” con la mappatura dei bisogni di salute e sociali della popolazione partendo dalle criticità per poi pianificare, progettare e programmare le soluzioni più omogenee e di prossimità della rete dei servizi sanitari e socio sanitari, rivendicando al tempo stesso nei confronti del Governo più risorse e più personale per il SSN.
Come Sindacato invitiamo le Amministrazioni locali, i Consigli Comunali e le forze politiche a prendere posizione sulle determinazioni della ASL affinché si possa verificare la possibilità di correggerle ottenendo il miglioramento delle prestazioni socio sanitarie di prossimità sul territorio e arginando la concreta regressione di questi servizi negli ultimi anni, vedi la recente posizione espressa dai Sindaci dell’Amiata e della Val d’Orcia.
La sanità pubblica è un bene comune.
CGIL, FP CGIL e SPI CGIL Siena