Necessario il rafforzamento del ruolo femminile nell'economia mondiale
ROMA.. Da troppo tempo assistiamo alla continua ed inarrestabile erosione delle tutele e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, conquistati con anni di lotte e persi nell’arco di pochissimo tempo.
Artefici e complici la crisi economico – finanziaria, allo stato non ancora superata, e l’alibi della contrapposizione fra tutelati e precari, fra anziani tutelati e giovani con minori tutele. In questo contesto le politiche di genere e pari opportunità, su cui dovrebbero essere incentrate tutte le politiche nazionali e sovranazionali e che dovrebbero essere trasversali a qualsiasi azione, sono sacrificate in nome di urgenze od interessi ritenuti più rilevanti. Sono trascorsi 20 anni dalla Conferenza mondiale sulle donne tenuta a Pechino nel 1995 che affermò il ruolo fondamentale delle relazioni uomo-donna all’interno della società. Relazioni che dovevano essere riconsiderate rispetto al passato ponendo le donne su un piano di parità con l’uomo in tutti gli aspetti dell’esistenza. Furono introdotti i principi di empowerment e mainstreaming e fu affermato come valore universale il principio delle pari opportunità tra i generi e della non
discriminazione delle donne in ogni settore della vita, pubblica e privata. La successiva Conferenza di New York del 2000, denominata “Pechino+5″, si poneva l’obiettivo di verificare quali traguardi erano stati raggiunti in ordine agli obiettivi strategici delle dodici aree critiche individuate dalla Piattaforma di Pechino. Purtroppo, molti degli obiettivi fissati non erano stati raggiunti e non lo sono tutt’oggi.
E’ quanto evidenzia anche Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario Internazionale e prima donna alla guida del FMI, quando sottolinea l’esistenza di una sorta di complotto ai danni delle donne che impedirebbe loro di partecipare attivamente all’economia. In troppi Paesi, non esclusa l’Italia, esistono restrizioni legali che limitano di fatto i contributi femminili al lavoro e alla produttività. In un recente rapporto prodotto dal Fondo Monetario Internazionale quasi il 90% dei Paesi è caratterizzato dalla presenza di almeno un limite legale basato sul sesso, mentre sono 28 gli Stati che hanno dieci o più leggi di questa tipologia.
Una maggiore partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro produrrebbe indubbi vantaggi e per questi motivi l’FMI spinge al rafforzamento del ruolo delle donne nell’economia mondiale, donne che possono essere risorse fondamentali per aumentare le prospettive di crescita e migliorare lo sviluppo.La ricerca del FMI evidenzia i dati del PIL “sprecato” a causa delle discriminazioni contro le donne: negli USA si attesta al 5%, in Giappone al 9% , in Egitto al 34% e in Italia questa percentuale ammonta al 15%. E se questo non bastasse si aggiungono altri dati, ci riferiamo a quelli diffusi dall’Unione Europea in
occasione della recente Giornata della Parità Retributiva che ha evidenziato che le donne lavorano 59 giorni in più degli uomini, a retribuzione zero. Il divario retributivo di genere continua ad essere elevato, la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne nell’Unione Europea è ancora del 16,4%, secondo gli ultimi dati Eurostat. In Italia è tra i più bassi dell’UE attestandosi al 6,7%.
Il prossimo 10 marzo a New York si terrà la Conferenza mondiale sulle donne. Un appuntamento per fare il punto sulla situazione mondiale, esaminare gli strumenti di tutela già a disposizione delle donne e valutare proposte e correttivi per favorire la parità di genere. Un lavoro necessario e importante per stimolare i governi a ricercare politiche in favore delle donne, sempre più spesso coinvolte nella gestione dei budget familiari ed impegnate quotidianamente in
un’estenuante e sempre più difficile “quadratura del cerchio”.
Nel settore bancario le donne continuano ad essere le più penalizzate dalle sempre più frequenti riorganizzazioni aziendali e rimodulazioni degli orari di lavoro. Andranno monitorati e verificati nella pratica concreta eventuali accordi aziendali sullo smart working e sulla conciliazione vita/lavoro. In questi giorni si susseguono gli incontri con la controparte datoriale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, il cui percorso è lastricato di ostacoli con richieste che continuano ad andare nella scia del depauperamento dei diritti e delle professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Unità Sindacale Falcri Silcea continua ad essere, come sempre, attenta alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori portando avanti, in tutte le sedi, le principali istanze in tema di pari opportunità, tutela della maternità e della paternità, part time, impatto dell’orario esteso sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, tutela delle persone diversamente abili, valorizzazione delle risorse umane, welfare aziendale.
Quest’anno, come consuetudine della nostra Organizzazione, abbiamo predisposto in occasione dell’8 marzo, per le colleghe iscritte il nuovo calendario da tavolo e l’utile calendarietto che ci accompagneranno fino all’8 marzo 2016, elaborati dall’artista Alex Preti.
Unità Sindacale Falcri Silcea continua, anche attraverso le iniziative di Unisin Donne & Pari Opportunità, la sua azione di tutela dei diritti delle Donne in genere e delle proprie Iscritte nello specifico, operando per favorire il raggiungimento di reali pari opportunità.
Buon 8 marzo!
LA SEGRETERIA NAZIONALE UNISIN DONNE & PARI OPPORTUNITA’