SIENA. “Quanto ancora dobbiamo sopportare questa palese diversità di trattamento rispetto ai tassisti? Disparità nel regime sanzionatorio, negli adempimenti burocratici e, cosa ancora più grave, negli adempimenti fiscali. Gli Ncc sono obbligati, giustamente, ad emettere fattura e scontrini elettronici, per i taxi basta un blando tassametro utile soltanto a determinare la tariffa per il passeggero ma comunque non adatto al controllo fiscale”. E’ il grido si allarme del settore lanciato da Azione Ncc, il settore del noleggio con conducente che denuncia: “Oltre alla crisi che ci ha ridotto sul lastrico, anche la beffa: il tassista è rimasto l’unico in Italia a non avere l’obbligo dell’emissione di scontrino fiscale per ogni incasso fatto. In molti paesi esteri viene utilizzato il tassametro fiscale, che emette uno scontrino valido ai fini fiscali, come avviene per il negoziante o l’ambulante con sopra riportati tutti i dati necessari alla tutela dell’utente. Perché in Italia no? ”
“Non si capisce neanche – continua Azione Ncc – per quale motivo non sia stato ancora deciso di utilizzare il sistema della geolocalizzazione dei veicoli taxi, al fine di verificare una corretta distribuzione sul territorio di competenza. Esistono tutti gli strumenti tecnologici necessari per poter garantire all’utenza una copertura adeguata a seconda degli orari e delle aree delle città”.
Un trattamento che gli Ncc non esitano a definire “di favore. Spesso ci siamo chiesti da chi vengono scritte tutte queste norme a sfavore del settore NCC, chi sia veramente il legislatore nel nostro settore. Non vogliamo pensare che i tassisti abbiano tanto potere da poter decidere le regole del gioco, ma il dubbio si insinua”. E portano all’attenzione dei fatti: “Lo scorso ottobre il presidente di Uritaxi Claudio Giudici posta una frase: ‘nel caso del 29 co. 1-quater, fummo addirittura legislatore monocratico, cioè senza aver il bisogno di concertare niente con nessuno’, lamentando che dovrebbero continuare ad essere tutt’oggi quelli che devono scrivere le leggi per il concorrente NCC e che non dovrebbe esserci la prevista concertazione delle parti di fronte al Ministero. Un mese fa proprio il Ministero dei Trasporti ha inviato alle associazioni di categoria taxi ed NCC delle bozze di decreti attuativi e, controllando tra le proprietà di un documento word, spunta fuori che l’origine sia uno studio legale che notoriamente prende le difese della categoria taxi”. “Stiamo ancora aspettando che il Ministero dei Trasporti spieghi e che lo faccia con chiarezza, per quale motivo un documento generato in uno studio legale di parte tassista sia stato adottato come bozza di decreti attuativi sempre più sfavorevoli al settore NCC”.
E ancora un episodio: “Il 16 gennaio 2019 in udienza alla Camera il portavoce dei taxi, un avvocato, riferendosi a se stesso, dice ‘essendo stato, haimè, l’estensore materiale dell’articolo 29 1 quater all’epoca..’” . Il riferimento è alla modifica alla legge di settore introdotta del 2009, senza nessuna concertazione.
“Siamo ancora in attesa che qualcuno chiarisca cosa stia accadendo e ci dica una volta per tutte: chi scrive le leggi. Altrimenti – conclude Azione NCC – saremo costretti a darci risposte da soli”.