Il presidente dell'Artino: "Se i tassisti sono in buona fede sostengano la nostra proposta"
FIRENZE. “Sembra proprio una escusatio non petita l’aggressività con cui alcune associazioni minoritarie di tassisti stanno cercando di delegittimare la nostra iniziativa per combattere l’evasione e garantire a tutti i consumatori trasparenza e correttezza quando utilizzano un mezzo del trasporto pubblico non di linea con conducente. Ma forse è semplicemente il segnale che abbiamo colto nel segno vista la grande adesione che la nostra raccolta di firme sta ottenendo: siamo già a 1.500 firme.” così Giorgio Dell’Artino, presidente di Azione Ncc, l’associazione che riunisce i conducenti del trasporto pubblico non di linea risponde agli attacchi di alcuni tassisti.
“Si lamentano del nostro flash mob che nel totale rispetto della legalità – spiega Dell’Artino – ha voluto evidenziare l’autorevole parere del Garante per la Concorrenza che chiede a Parlamento e Governo di restituire correttezza al nostro settore per non continuare a punire i consumatori con illegittimi privilegi a favore di alcune. Garante con il quale abbiamo interloquito già nei primi giorni di marzo 2019 e che accolse tutte le nostre osservazioni”.
“E si lamentano della nostra raccolta firme su change.org – aggiunge Dell’Artino – mostrando così di temere che si faccia finalmente chiarezza in questo settore. Noi crediamo che se veramente i tassisti pagassero le tasse come affermano,dovrebbero accogliere anche loro la nostra richiesta di tassametro fiscale ed eliminare così la distorsione attuale che permette ad alcuni di non rilasciare ai propri clienti nessun certificato dell’avvenuto pagamento del servizio effettuato”.
“I tassisti continuano a dire che loro sono già controllati e certificati grazie agli studi di settore – precisa il presidente di Azione Ncc – , ma questi non hanno nessun valore, dato che hanno parametri che possono essere variati a piacimento. L’unico dato oggettivo per rilevare un eventuale reddito potrebbe essere il dato chilometrico, che però non può avere nessuna certificazione in quanto ai titolari di licenza taxi è consentito di utilizzare il veicolo anche ai fini privati e quindi sarebbe impossibile distinguere i chilometri che hanno prodotto reddito dai chilometri percorsi per fini privati. Non resta dunque, se si vuole trasparenza, che il tassametro fiscale. Ma i tassisti dicono no”.
“A pensar male si fa peccato – ricorda Dell’Artino – ma a volte ci si azzecca, diceva un noto politico della Prima Repubblica. Noi non vorremmo dargli ragione ma è evidente che l’atteggiamento dei tassisti qualche dubbio lo fa venire sulla loro voglia di trasparenza. Perché fa credere che i tassisti abbiano timore di certificare ogni singola corsa”.
“Del resto a chi conviene che i taxi non emettano scontrino fiscale direttamente ed unicamente dal tassametro fiscale? – si domanda Dell’Artino – . Di certo non al cliente – consumatore che, in caso di reclamo, avrebbe in mano uno scontrino fiscale dal quale è possibile vedere ogni dettaglio del servizio di trasporto svolto: giorno, orario, numero licenza e conducente, tariffa applicata e così via. E neppure alle aziende che ora erogano rimborsi ai propri dipendenti sulla base di foglietti chiamati “ricevute” ma che non hanno nessuna certificazione fiscale e che il ricevente potrebbe addirittura correggere a mano per ottenere rimborsi superiori. Mentre uno scontrino fiscale stampato dal tassametro fiscale sicuramente andrebbe a vantaggio delle aziende in quanto non potrebbe mai essere soggetto a modifiche “manuali”. “Insomma – conclude Dell’Artino – dobbiamo costruire un nuovo rapporto con i nostri clienti basato non sulla furbizia ma sul rispetto delle regole e della trasparenza, anche fiscale, perché chi elude e/o evade gli impegni fiscali sottrarre risorse a tutti noi, alle nostre scuole, ai nostri ospedali, alle nostre forze dell’ordine. E’ quindi necessario che ci sia uno strumento certificato che faccia pagare a tutti in modo giusto e corretto come il tassametro fiscale”.
La petizione su Change.org https://www.change.
COSA PREVEDE LA LEGGE
La legge prevede che per le prestazioni di trasporto di persone nonché di veicoli e bagagli al seguito, l’emissione della fattura non è obbligatoria, pertanto per i tassisti la fattura deve essere emessa solo se viene richiesta dal cliente, ma laddove non sia obbligatoria la fattura serve che sia certificata la transazione con lo scontrino fiscale. Ma poi la stessa legge esclude dall’obbligo di certificazione le prestazioni di trasporto rese a mezzo servizio di taxi.
Una stortura messa in luce dalla stessa Agcom con vari rilievi sia al Governo che al Parlamento chiede che la normativa sia cambiata.
Scrive l’Agcom le disposizioni della normativa vigente appaiono presentare profili di contrasto con la normativa a tutela della concorrenza, di cui alla legge 287/1990, nella misura in cui prevedono l’esonero dall’obbligo di rilascio di ricevuta o scontrino fiscale per la categoria degli operatori che svolgono servizio di trasporto passeggeri non di linea a mezzo taxi, a fronte dell’obbligo di rilascio di tali documenti fiscali per gli operatori che svolgono il medesimo servizio tramite NCC.
In particolare l’Autorità, non condividendo le preoccupazioni in merito alle difficoltà tecniche di adempimento al rilascio di documentazione fiscale da parte dei soggetti che svolgono attività di taxi, evidenzia la portata potenzialmente restrittiva della normativa, la quale, nel consentire l’esenzione dell’obbligo di rilascio ricevute di natura fiscale agli operatori di servizio taxi appare favorire ingiustificatamente tale categoria rispetto a quella degli operatori dei servizi NCC alterando artificiosamente le dinamiche competitive che potrebbero instaurarsi sul mercato.
L’Autorità evidenzia infatti che l’esonero all’emissione di fatture fiscali comporta un’indebita agevolazione nell’attività dei tassisti, in termini di costi per il rilascio della ricevuta a fine corsa, suscettibile di tradursi in una maggiore competitività rispetto ai noleggiatori con conducente.