SIENA. La contrattazione aziendale in Mps era sospesa dal 2012, ma è ripresa nei giorni scorsi e si è conclusa con un accordo con i sindacati che va nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce, che chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro.
Per il coordinamento Fabi del Gruppo Mps si riducono “notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori”: al taglio dei costi contribuiscono i top manager e le alte figure professionali, con un taglio del 2,5% annuo sullo stipendio.
Nell’accordo (151224_ACCORDO CONTRATTAZIONE II LIVELLO), “sono stati raggiunti obiettivi importanti”. Oltre al contributo dei top manager è più contenuto l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. Infine sarà possibile utilizzare integralmente le ferie arretrate, e anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/cinque giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. “È un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi di circa 200 milioni voluto dalla Bce”, commenta il Coordinamento FABI del Gruppo Mps.
“Grazie a un duro e delicato lavoro di negoziazione, abbiamo ricostruito il contratto aziendale, da 3 anni disapplicato, e abbiamo preteso che i sacrifici fossero sostenuti soprattutto dai vertici. Inoltre, con questo accordo abbiamo stabilito che le prossime eventuali future tensioni occupazionali nel Gruppo potranno essere gestite solamente con gli ammortizzatori sociali di categoria, escludendo la possibilità per l’azienda di ricorrere ai licenziamenti collettivi o per giustificato motivo economico”, prosegue il sindacato. L’accordo reintroduce dopo quattro anni il premio aziendale, pari a 300 euro e maggiorato in caso di prestazioni welfare, e regolamenta per la prima volta il premio variabile di risultato. Per quanto riguarda il welfare aziendale, è stata confermata la struttura complessiva del sistema di assistenza e previdenza interno.
Ampliata, si legge nella lunga nota, la base di calcolo del TFR, con accantonamenti aumentati del 17%, e incrementati i contributi aziendali per i neo assunti dell’1,5%. Migliorate le previsioni normative sulla sicurezza, ed è stato istituito un organismo Paritetico sull’organizzazione del lavoro, il nuovo modello di banca e le nuove professionalità. “Infine è stata costituita una commissione paritetica sull’organizzazione del lavoro per studiare un nuovo modello di banca a sostegno del territorio, che veda i lavoratori protagonisti del rilancio del Gruppo”, conclude la Fabi.