SIENA. Procedura di licenziamento collettivo in vista per la Siena Biotech.
“Durante l’incontro sindacale di martedì scorso – spiega Marco Goracci, segretario generale della FILCTEM CGIL di Siena – il liquidatore della Siena Biotech, dopo un mese di verifiche e approfondimenti vari sullo stato economico/finanziario, ha preannunciato il de profundis dell’azienda controllata totalmente dalla Fondazione Monte dei Paschi”.
E i lavoratori riuniti in assemblea hanno immediatamente proclamato lo stato di agitazione sindacale permanente, non escludendo di mettere in atto qualsiasi forma di contestazione pur di far ravvedere il liquidatore, ma più che altro l’azionista unico, dalla peggiore delle ipotesi che poteva essere presa.
“Dopo le tante dichiarazioni – denuncia il sindacalista della CGIL – con le quali molti soggetti che ricoprono ruoli istituzionali e politici si sono nel tempo affannati a sostenere l’importanza per Siena di riuscire a mantenere e sviluppare competenze nel campo della ricerca bio-scientifica, questo è il risultato! Sarebbe stato forse preferibile il silenzio e un più appropriato disinteresse, rispetto all’ipocrisia nascosta dietro alla profusione di facili parole di circostanza spese sulla vicenda. Comune, Regione, forze politiche ed illustri scienziati! Nessuno si è voluto risparmiare nello spendere una buona parola a difesa dell’attività di Siena Biotech e di quella cinquantina di lavoratori che nelle intenzioni del liquidatore potrebbero andare ad incrementare la lista dei senza lavoro!”.
“No, i lavoratori non ci stanno! – sottolinea il segretario della FILCTEM – E con loro la CGIL! Non andremo a caccia delle responsabilità, non perderemo tempo ad additare chicchessia rispetto alle colpe, evidenti, che hanno portato a questa situazione. L’obiettivo è un altro. Rimuovere quella cortina fumosa che si è artificiosamente addensata intorno alla Siena Biotech e che non ha permesso a soggetti esterni ai confini senesi di farsi avanti in maniera propositiva”.
“Solo dopo – conclude Goracci – saremo disponibili a prendere in esame ulteriori soluzioni che vadano nella direzione di una ricollocazione di tutti i lavoratori”.