Una speranza nasce nella provincia di Siena
SIENA. Fuori c’è la crisi ed in numerosi casi la disperazione prende il sopravvento. In questa situazione stagnante, che in tutta Italia strangola le piccole e medie imprese, a pochi chilometri da Siena si sta facendo strada con forza un pensiero, che non confida in una formula magica, ma in un cambiamento di mentalità da parte di chi ormai non si aspetta più niente dall’“alto”, forse un nuovo rinascimento, che in Laura Farasin trova una convinta sostenitrice.
Per saperne di più l’abbiamo incontrata al Gruppo Arkell (di cui è socia), azienda specializzata in finiture per interni del settore edile. La chiacchierata prende una strada inaspettata, perché l’imprenditrice con passione ci spiega che in questa crisi bisogna saper trovare nuove opportunità, adottando però un diverso modo di pensare e di fare economia. “I miei genitori, persone semplici, ma dotati di un’antica saggezza, mi hanno educata a vedere come lati di una stessa medaglia il fatturato economico dell’azienda e la crescita culturale e professionale dei dipendenti, punto di vista che mi ha spinto a rifiutare affari che producono ricchezza, ma distruggono lavoro. Così sono nate difficoltà, che di conseguenza hanno suscitato dubbi sulla strategia aziendale fino ad allora portata avanti e mi hanno spinta nel 2001 a creare una società con altre quattro persone. Nel frattempo il mercato richiedeva solo numeri e fatturati e l’Italia incominciava ad inseguire la Cina allontanandosi dai forti ideali. Un giorno ho letto un’intervista a B. Cucinelli, che ha costruito un’industria di alta qualità ispirandosi all’”economia francescana”, legata ad un concetto di giustizia sociale. Sono andata a vedere ed ho scoperto che esistevano persone che nel fare business pensavano anche agli altri. In seguito, avendo privilegiato nelle mie vendite prodotti che aiutano a risparmiare le risorse ambientali, ho incontrato la Gessi spa, azienda leader a livello internazionale nel private wellness, la quale mi ha fatto conoscere Dipak Pant, professore di Economia Sostenibile e di Antropologia all’università Cattaneo di Castellanza (VA), da cui ho avuto la conferma che il mio modo di vedere era una risorsa da potenziare. Per questo ho promosso con l’aiuto della Gessi, in quanto lo sforzo è superiore alle possibilità della mia azienda, il progetto “Terre di Cuore”, che il 23 novembre 2012 ha visto il primo evento con la partecipazione di circa 250 aziende locali e il 9 maggio vedrà il secondo”.
Il progetto propone alle imprese della provincia senese ed oltre di riflettere sul concetto di “economia sostenibile”, inteso come un modo il più possibile condiviso di pensare, lavorare, progettare strategie aziendali a lungo termine così da agire sullo sviluppo dell’intera comunità. E’ fondamentale considerare il territorio come una risorsa da difendere e su cui investire parte dei propri utili, nonostante il periodo difficile, sia per incrementare i guadagni personali, ma anche la ricchezza locale. Per questo nel 2012 L. Farasin ha operato scelte costose per una società come la sua (rimozione del tetto in eternit, impianto fotovoltaico, raccolta differenziata), ottenendo dalla Provincia di Siena la certificazione “Terre di Siena Carbon Free”. Dare valore alle “persone”, farle crescere culturalmente e professionalmente è l’altro elemento fondamentale del nuovo modo di fare economia, pertanto l’azienda, se riuscirà ad ottenere utili maggiori, si ripromette di investire a sostegno delle necessità delle scuole locali. E’ solo un’utopia? La sig.ra Farasin non si è fermata alle prime critiche, è andata avanti organizzando l’evento del 9 maggio con l’aiuto di otto aziende sponsor, che dovrebbero condividere questa strategia economica non solo per i loro singoli interessi, ma anche per produrre opportunità in termini di occupazione giovanile.