L'usato visto dai grandi occhi della fantasia
di giorgio mancini
SAN GIMIGNANO. San Gimignano, via Cellolese. Oibò, un nome strano scritto su una vetrina, in un vicolo che conduce ad uno scrigno d’arte com’è la chiesetta di San Pietro, nella splendida piazza Sant’Agostino. A San Gimignano c’è l’abitudine di cambiare i nomi: questa chiesa di San Pietro in Forliano l’hanno “ribattezzata” San Piero, con tanto di scritta in cotto, sul vicolo laterale. Riguardando Oibò, sotto c’è scritto anche Re-Design e, dentro l’invitante ammasso di oggetti e colori, c’è una ragazza dai grandi occhi scuri, Elena.
“Sono sempre stata attratta dai ferri rugginosi e dalle porte vecchie, magari malandate. Sono incuriosita da quello che viene buttato e abbandonato – spiega Elena – perché riesce a catturare la mia attenzione. Sono convinta – continua, mentre sorride un po’ imbarazzata – che il “bello” sia un concetto soggettivo; il vecchio oggetto, logoro e usato, molte volte affascina più di ciò che è nuovo”.
Nello studio showroom-laboratorio di Elena si capisce che la parola economia si basa, per lei artista, sul recupero di oggetti dismessi, quasi trovati nella pattumiera, ma se affidati alla sue mani e alla sua fantasia possono portare lontano, come ricordi d’infanzia che si re-incarnano in oggetti, trasformandosi in una nuova vita di progettazione e forma, come in un gioco, ma che gioco non è.
Elena Calvaresi, il cognome ricorda la terra marchigiana, si è formata artisticamente – come ci racconta – in “disegnatrice di architettura presso l’Istituto d’arte Duccio di Boninsegna a Siena, per poi proseguire gli studi alla Facoltà di Disegno Industriale di Firenze, dove ho conseguito la laurea in allestimento, per terminare la mia formazione come designer con diploma specialistico in progettazione presso l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Firenze”.
Ora è qui, a San Gimignano, in un vicolo vicino ad una piazza splendida e ad uno scrigno d’arte come la Chiesa di San Pietro, con affreschi unici al mondo, ma tristemente sempre chiusa al pubblico, mentre Elena, il suo studio, dove l’arte si coniuga con l’artigianato e il design, lo tiene aperto ai curiosi, agli interessati, mentre salda e mola i sogni che ha raccolto, quei ferri vecchi o oggetti con i segni del tempo, facendo riaccendere quella fantasia, mai sopita, che Elena racconta con la sua creatività, con un re-design che fa esprimere istintivamente “oibò”!
© Tutti i diritti riservati