"Anche le istituzioni hanno le loro responsabilità sulla crisi aziendale"
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PIANCASTAGNAIO. Sul caso Floramiata, che da mesi tiene in apprensione le famiglie dei 250 lavoratori, la Lega Nord interviene per bocca del capogruppo in Palazzo Panciatichi Antonio Gambetta Vianna, prima dell’incontro che si terrà domani di fronte all’Assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini.
«In Toscana stiamo assistendo ad un vero e proprio collasso di ogni attività imprenditoriale. La Regione purtroppo sembra non aver avuto finora la forza di invertire questa tendenza. I sindacati e le istituzioni vogliono far passare come unico responsabile l’imprenditore, che si ha delle responsabilità oggettive, ma che non è il solo a detenere le quote della società e a prendere le decisioni. All’interno della compagine sociale infatti, è presente anche la Regione tramite Fidi Toscana, oltre all’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, la quale detiene in pegno la maggioranza del capitale sociale. Se dall’incontro in Regione di domani non emergeranno soluzioni credibili e soprattutto tempestive, allora è l’occasione per dare un segnale importante su questo fronte, soprattutto alle famiglie dei 250 dipendenti che stanno vivendo mesi da incubo tra futuro incerto e stipendi percepiti a singhiozzo. Questo intreccio tra imprenditori privati ed enti pubblici non rende però chiaro dove finiscano le responsabilità del privato ed incomincino quelle politiche. Il tempo per proporre delle alternative credibili alla gestione attuale la proprietà ne ha avuto in abbondanza, adesso la Regione non può più stare a guardare, visto che nei mesi scorsi è stata votata una mozione che impegnava la Giunta ad attivare le procedure di amministrazione straordinaria per le grande aziende in crisi, nel caso in cui non ci fossero state rassicurazioni in merito ad un cambio radicale della gestione dell’azienda che garantisse i livelli occupazionali. Non è possibile che aziende leader nel proprio settore, che oltretutto beneficiano di soldi pubblici o di benefici fiscali, non siano in grado di presentare delle alternative di gestione credibili agli occhi dei creditori e del mercato. Significa o che non c’è la volontà di proseguire nell’attività, oppure che non hanno le qualità imprenditoriali per farlo. In entrambi i casi però la Regione deve intervenire tempestivamente per non perdere completamente la faccia, visto che è presente indirettamente nella compagine sociale attraverso Fidi Toscana. Resta il fatto che probabilmente anche Fidi Toscana avrebbe potuto fare di più in sede di redazione di un nuovo e credibile Business Plan e di controllo societario, ma evidentemente avevamo ragione noi, tesi peraltro avvalorata dalla recente ispezione di Bankitalia, quando dicevamo che Fidi non possedeva le risorse umane necessarie a gestire delle realtà aziendali così complesse».
«In Toscana stiamo assistendo ad un vero e proprio collasso di ogni attività imprenditoriale. La Regione purtroppo sembra non aver avuto finora la forza di invertire questa tendenza. I sindacati e le istituzioni vogliono far passare come unico responsabile l’imprenditore, che si ha delle responsabilità oggettive, ma che non è il solo a detenere le quote della società e a prendere le decisioni. All’interno della compagine sociale infatti, è presente anche la Regione tramite Fidi Toscana, oltre all’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, la quale detiene in pegno la maggioranza del capitale sociale. Se dall’incontro in Regione di domani non emergeranno soluzioni credibili e soprattutto tempestive, allora è l’occasione per dare un segnale importante su questo fronte, soprattutto alle famiglie dei 250 dipendenti che stanno vivendo mesi da incubo tra futuro incerto e stipendi percepiti a singhiozzo. Questo intreccio tra imprenditori privati ed enti pubblici non rende però chiaro dove finiscano le responsabilità del privato ed incomincino quelle politiche. Il tempo per proporre delle alternative credibili alla gestione attuale la proprietà ne ha avuto in abbondanza, adesso la Regione non può più stare a guardare, visto che nei mesi scorsi è stata votata una mozione che impegnava la Giunta ad attivare le procedure di amministrazione straordinaria per le grande aziende in crisi, nel caso in cui non ci fossero state rassicurazioni in merito ad un cambio radicale della gestione dell’azienda che garantisse i livelli occupazionali. Non è possibile che aziende leader nel proprio settore, che oltretutto beneficiano di soldi pubblici o di benefici fiscali, non siano in grado di presentare delle alternative di gestione credibili agli occhi dei creditori e del mercato. Significa o che non c’è la volontà di proseguire nell’attività, oppure che non hanno le qualità imprenditoriali per farlo. In entrambi i casi però la Regione deve intervenire tempestivamente per non perdere completamente la faccia, visto che è presente indirettamente nella compagine sociale attraverso Fidi Toscana. Resta il fatto che probabilmente anche Fidi Toscana avrebbe potuto fare di più in sede di redazione di un nuovo e credibile Business Plan e di controllo societario, ma evidentemente avevamo ragione noi, tesi peraltro avvalorata dalla recente ispezione di Bankitalia, quando dicevamo che Fidi non possedeva le risorse umane necessarie a gestire delle realtà aziendali così complesse».