Se n'è parlato nel cconvegno di Cgil Siena
SIENA. Riflettere sul ruolo della sussidiarietà nella società contemporanea e sul rapporto tra coesione sociale, volontariato e terzo settore in un’ottica di chiarificazione di ruoli e competenze: questo l’intento ispiratore dell’incontro organizzato da CGIL Siena in collaborazione con Arci, Auser, Legacoop e Pubblica Assistenza tenutosi venerdì 27 settembre presso l’Auditorium della Cassa edile di Siena.
Focus dell’intero dibattito la questione connessa alla definizione stessa di sussidiarietà, concetto molto spesso travisato ed abusato da istituzioni, imprese ed enti territoriali: “La sussidiarietà rappresenta una forma di intervento finalizzata a sostenere, è qualcosa che rende i cittadini attori protagonisti della scena pubblica facendogli svestire i panni di sudditi – ha dichiarato a riguardo Lucia Guerranti, segreteria della CGIL Siena – La cosa davvero importante è che i cittadini capiscano qual è il ruolo della sussidiarietà e qual è il ruolo dei volontari, veri protagonisti della sussidiarietà stessa”.
Come noto, il concetto di sussidiarietà reca fondamento costituzionale nell’art. 118 comma 4 (“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”), ma nonostante ciò le possibilità di una sua concreta attuazione sono state ultimamente messe a dura prova dalle varie forme di spending review adottate dall’esecutivo, con i continui tagli delle spese ad aver causato la necessità di reperire forme di erogazione dei servizi meno dispendiose dal punto di vista economico.
Diretta conseguenza di un simile stato di cose una percezione non chiara da parte dei cittadini che molto spesso non riescono a comprendere a pieno “chi eroga determinati tipi di servizi, come e soprattutto con quale professionalità” ha affermato in proposito il Presidente della Pubblica Assistenza di Siena Vareno Cucini.
Lo stato confusionario annebbia la percezione dei cittadini ed altera la consapevolezza degli stessi attori coinvolti, con “imprese sociali, associazioni ed organismi vari a non trovare chiara collocazione perché al limite tra volontariato ed imprenditoria” ha proseguito Cucini. In linea generale è dunque emersa la volontà di una maggiore chiarezza e trasparenza, con associazioni ed enti che “dovrebbero dire chiaramente chi sono, cosa fanno e come lo fanno, rendersi in sostanza pienamente riconoscibili dall’esterno”.
Ad insistere ulteriormente sull’argomento offrendo una definizione certa, accademica e specifica del concetto di sussidiarietà il Professor Andrea Volterrani, docente presso l’Università di Roma Tor Vergata: “La sussidiarietà è bene comune che costruisce legami sociali e che fa parte integrante del capitale sociale di un territorio; come tale essa incide su qualità e quantità delle relazioni stesse, relazioni che imprese sociali e cooperative possono contribuire ad arricchire col loro operato”.
“Sussidiarietà non significa privatizzazione, concetto connesso a mercato e concorrenza” – ha proseguito il Professor Volterrani – non significa neanche esternalizzazione dei servizi, considerato che numerosissime imprese private nulla hanno a che fare con la coesione sociale, e nemmeno convenzione, dato che quando le associazioni di volontariato assumono una funzione pubblica tramite una convenzione dal contenuto economico sostituiscono lo Stato e non contribuiscono ad allargarne le funzioni, finalità ultima che invece si pone la sussidiarietà”.
Ognuno dei relatori ha poi evidenziato come la tematica oggetto del dibattito si innesti su uno sfondo ben più ampio e caratterizzato dalla politica messa in atto dall’Unione Europea, che ormai da tempo mostra una preferenza per i temi legati alla concorrenza del mercato e lascia in secondo piano le questioni connesse alla coesione sociale.