Pracchia: "Le piccole e medie imprese sostengono l'economia del paese"
“Scorrendo poi i vari capitoli del documento emerge una realtà un po’ diversa che tende di fatto ad un superamento di buona parte della cosiddetta Legge Biagi con un irrigidimento di certi istituti contrattuali che in un periodo di forte crisi economica hanno permesso, con tutti i se e i ma del caso, di mantenere il livello complessivo di disoccupazione su medie europee – fa notare Pracchia – Con la riforma che verrà discussa al parlamento il ricorso al contratto a tempo determinato ha un costo maggiore (+1,4% del costo contributivo), il contratto a progetto viene segnato da una serie di condizioni vincolanti altrimenti si trasforma in contratto subordinato a tempo indeterminato, viene ridimensionato anche l’uso di soggetti con partita Iva all’interno dei processi produttivi aziendali, e viene limitato anche il contratto di associazione in partecipazione”
“In merito all’articolo 18 rimane immutato il campo di applicazione previsto attualmente, ovvero i soggetti che ricadono nel suo ambito di applicazione sono le aziende con più di 15 dipendenti nell’ambito comunale o 60 nell’ambito nazionale. Al di sotto dei 15 dipendenti continua ad essere applicato il regime fissato dalla Legge 604/1966. E proprio in questo contesto vanno evidenziati gli aspetti legati alle misure economiche risarcitorie per il dipendente, che le aziende difficilmente potranno sostenere.”
“A questo punto – conclude – comunque la partita è legata al dibattito in corso nella maggioranza, con il governo e all’interno delle aule parlamentari dove la riforma prenderà il suo aspetto definitivo. Come detto, sarà nostro compito seguire, tanto in ambito nazionale che locale, la discussione perché la normativa che verrà tenga nel debito conto anche le istanze e le esigenze delle piccole e medie imprese“.