In provincia diminuiscono gli avviamenti, aumentano i licenziamenti collettivi e la Cig
SIENA. L’Ires, per conto della Cgil Toscana, ha pubblicato i dati sulla situazione economica della regione relativi al secondo trimestre del 2013. Per quanto riguarda la provincia di Siena, il primo dato rilevato è una flessione del 14 per cento degli avviamenti rispetto al secondo trimestre del 2012.
Su un totale di 27224 avviamenti, tra primo e secondo trimestre, il 28 per cento riguardano l’agricoltura (- 2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2012), il 7 per cento le attività manifatturiere (-20 per cento), il 5 per cento le costruzioni (-22 per cento), un altro 5 per cento il commercio (-31 per cento), il 26 per cento per alberghi e ristoranti (-16 per cento), l’1 per cento in trasporti e magazzinaggio (+13 per cento), il 10 per cento i servizi alle imprese (-17 per cento), l’11 per cento la pubblica amministrazione, l’istruzione e la sanità ((+ 6 per cento), il 9 per cento gli altri settori (-15 per cento).
Le tipologie contrattuali riguardanti il lavoro dipendente, sempre riferite al secondo trimestre del 2013 cumulato, vedono 1906 contratti a tempo indeterminato, 17759 a tempo determinato, 698 apprendistati, 2151 contratti di somministrazione. Per quanto riguarda gli altri contratti, invece, sono 1096 i progetti Co.Co.Co, 291 gli occasionali, 164 le associazioni in partecipazione, 1029 i domestici, 1605 gli intermittenti, 346 i tirocini e 179 tutte le altre forme.
Per quanto concerne il lavoro immigrato, gli stranieri provenienti da Paesi a forte pressione migratoria (PFPM) impiegati nella provincia senese sono 3916, di cui 1826 donne e 2090 uomini. Un numero complessivo in calo rispetto al primo trimestre del 2013, quando erano 4117, ma che registra un lieve aumento per quanto riguarda il dato femminile. Il lavoro degli stranieri PFPM nella provincia di Siena costituisce il 29,7 per cento di tutti gli avviati ed il 9,1 per cento di tutti gli stranieri PFPM della regione. Aumentano, seppur lievemente, gli avviamenti per gli stranieri provenienti dai Paesi a sviluppo avanzato (PSA). La quota totale del secondo trimestre 2013 è di 204 unità, contro i 192 del trimestre precedente. Da sottolineare, inoltre, il notevole calo di iscrizioni ai centri per l’impiego della provincia per entrambe le categorie nel periodo di riferimento che va dal secondo trimestre del 2012 al secondo trimestre del 2013.
Il rapporto dell’Ires affronta, naturalmente, anche l’annosa questione della cassa integrazione. Dalla provincia di Siena emerge un numero complessivo di ore integrate pari a 1,1 milioni per il settore lapideo e minerali non metalliferi, con un aumento di circa 300 mila ore nell’ultimo trimestre. Per quanto riguarda le ore di Cig integrate nel metalmeccanico, invece, la provincia di Siena ha fatto registrare un aumento di circa 300 ore. Complessivamente, le ore di cassa integrazione sono state 4 milioni e 343 mila, di cui 1 milioni e 405 mila ore per la Cig ordinaria, 1 milione e 891 mila per quella straordinaria e 1 milione e 48 mila per la cassa in deroga. Per quanto riguarda i diversi settori nei quali vengono distribuite queste ore: il 28 per cento riguarda il settore metalmeccanico, l’1 per cento l’editoria, il 3 per cento la Tac, l’1 per cento la chimica, il 19 per cento l’edilizia, l’1 per cento i trasporti, il 4 per cento il commercio, l’8 per cento il legno, il 25 per cento il settore lapideo – minerali e l’8 per cento per gli altri settori rimasti.
Per quanto riguarda la mobilità occorre precisare che da gennaio 2013 la cosiddetta “piccola mobilità”, ovvero i licenziamenti individuali in base alla l.236/1993, è stata abolita; quindi l’analisi si riferisce sostanzialmente ai soli licenziamenti collettivi l. 223/91. Tuttavia nei dati di stock per gli inserimenti pregressi, che si riassorbiranno nel breve-medio termine, troviamo ancora una “traccia” e neanche tanto indifferente della l. 236/1993, visto che nel complesso al 2013 incide sullo stock complessivo regionale, degli iscritti alla mobilità, per il 72,1% (era il 79,3% nel 2012). Conseguentemente il tasso di variazione del 2013 su 2012 è ovviamente negativo. Tuttavia l’Ires ha preferito riportare la contrazione per testimoniare comunque il fisiologico rientro dei licenziamenti individuali, a seguito della suddetta abolizione. Per quanto riguarda gli inserimenti ex l. 223/1991 si evidenzia un incremento per la provincia di Siena del 49 per cento. Al secondo trimestre del 2013 gli inserimenti in mobilità per le procedure di licenziamento collettivo si sono caratterizzati per un ampio incremento nei confronti dello stesso periodo del 2012, se consideriamo il dato cumulato: l’incremento fatto registrare dalla provincia di Siena è stato del 79,3 per cento.
Per quanto riguarda la produzione manifatturiera della provincia senese, si registra una flessione del 3,8 per cento rispetto al secondo trimestre del 2012. Un aspetto sicuramente positivo per tutta la regione sono i dati relativi all’export, anche se c’è da sottolineare il discreto apporto di Siena in questo senso: sul dato totale riferito alla regione Toscana, dalla provincia di Siena proviene il 3,3 per cento per la metalmeccanica, lo 0,2 per Tac, il 6,8 per le altre industrie, l’1,3 per l’agricoltura, lo 0,6 per l’industria estrattiva e l’11, 5 per cento per i servizi culturali.
Un accenno merita anche la questione del credito, che continua nella sua crisi profonda: la dinamica dei depositi delle famiglie consumatrici è ormai sostanzialmente stazionaria da alcuni mesi, come dimostrano i 4 milioni e 186 mila euro fatti registrare dalla provincia di Siena. Prosegue a ritmi sostenuti la crescita delle sofferenze nella regione Toscana, ormai giunte a quota 11,5 miliardi di euro e quasi 75 mila affidati coinvolti; di questo dato, l’8 per cento appartiene alla provincia di Siena.