SIENA. “Quella del lavoro nero è una piaga che interessa tutto il Paese e sarebbe un errore considerarla come un problema solo di alcune aree disagiate, magari del sud. La cronaca di questi giorni ha portato alla luce lo sfruttamento di 170 extracomunitari in alcune aziende vitivinicole del Chianti. Una zona di pregio conosciuta nel mondo come luogo di bellezza e di produzioni di qualità. Un campanello d’allarme che ci deve portare a tenere sempre alta la guardia per contrastare quelle forme di criminalità, anche organizzata, che agiscono sfruttando i lavoratori. Ho presentato un’interrogazione al Ministro del Lavoro delle Politiche sociali e a quello della Politiche agricole per intervenire subito su questa vicenda e fare il punto sugli altri provvedimenti su cui è impegnato il Governo”. Così Susanna Cenni, deputata del Pd, interviene sulla vicenda di caporalato che ha interessato alcune aziende agricole del Chianti.
“I ministri Martina e Orlando hanno già messo in campo importanti iniziative con le norme contro il caporalato, che occorre approvare e rendere operative al più presto. Ma adesso è utile attivare tutti i soggetti istituzionali e sociali, e sostenere tutte le imprese nella massima tracciabilità e trasparenza delle filiere produttive. La legalità e la tutela del lavoro sono elementi fondanti della qualità dei nostri territori. L’organizzazione criminale che agiva nel Chianti ci ricorda che non possiamo abbassare la guardia, ma anzi dobbiamo rafforzare le misure preventive e di controllo. Ho chiesto al Governo come intenda procedere su questo e su altri episodi e se non ritenga opportuno attivare un tavolo con la Regione Toscana. Ho sottolineato, poi, la necessità di assumere iniziative che diano compimento alla risoluzione sugli interventi contro la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato, approvata dalle Commissioni lavoro e agricoltura della Camera. Nell’interrogazione chiedo anche di intensificare i controlli nelle aree agricole dove si registra un flusso di cittadini extracomunitari immigrati e profughi più esposti agli episodi di caporalato”.
“Lo sfruttamento – conclude Cenni – si combatte sostenendo e migliorando la qualità del lavoro. In questa direzione va la proposta di legge sulla contraffazione che ho presentato nei giorni scorsi nel quale chiedo di aiutare le imprese che si impegnano sulla certificazione e la trasparenza delle filiere etiche. Perché difendere le nostre eccellenze significa anche difendere i diritti di chi lavora per realizzarle”