Mangi pure, ma restituisca il denaro
di Silvana Biasutti
SIENA. Scorrevo un po’ di chiacchiere su facebook e mi sono accorta che c’è ancora una coda di polemiche sulla dichiarazione dell’improvvido Guido Barilla (la pasta, la famiglia, i gay e gli spot pubblicitari); c’è ancora una robusta coda di questo pseudo-argomento, nonostante nel frattempo siano successe un bel po’ di cose nel mondo: fatti vicini e meno immediati …e sì, certo, anche il tragico e doloroso naufragio degli eritrei, in prossimità dell’Europa, anzi di una delle sue remote ‘province’. E, se la permanenza dell’ incauto (o dovrei dire incapace?) Barilla nel ventaglio di argomenti di cui si discute mi colpisce, ma mi pare una conferma della superficialità nazionale, un’altra conferma – quella dell’ipocrisia istituzionale – mi è arrivata dalle dichiarazioni che si sono accavallate sulla notizia del tragico naufragio avvenuto di fronte a Lampedusa. Nonché del tentativo di ‘dare la colpa’ a qualcuno di quell’evento, quasi di attribuirla a tutta la Nazione. Voglio proprio vedere come proseguirà fattivamente l’impegno preso – di qua e di là – di mettere la parola fine agli sbarchi; e credo che le prossime settimane – con l’aiuto della ‘politica dell’urgenza’ – avremo un’altra conferma della nostra smemoratezza e della nostra labilità mentale: non succederà proprio nulla (salvo che i francesi hanno subito preso l’iniziativa e chiesto all’Europa che si discuta a fondo delle politiche comuni in tema di migranti).
A proposito di memoria, mi ha fatto fare un salto sui sedili dell’auto, la notizia che mi hanno dato l’altro ieri a Sant’Angelo Scalo. Per chi non lo conoscesse è una frazione di Montalcino (c’è il Colle e lo Scalo) in riva all’Orcia, proprio sul confine con la Maremma. C’è un bar schicchino che si chiama proprio Orcia, un’osteria Sant’Angelo dove tutta la comunità degli stranieri residenti – comunitari e extra – va a mangiare “cucina semplice” e molto buona, c’è un macellaio frequentato da gastronomi e carnivori raffinati, una farmacia dove sono gentilissimi, e c’è un negozio di alimentari, dove giorni fa è arrivato l’avvocato Mussari con Aceto, a farsi fare un panino. Mi dicono che Mussari se ne stesse abbastanza in disparte e che invece Aceto facesse l’estroverso… Quelli che me lo hanno raccontato erano parecchio arrabbiati (con Mussari) evocavano la galera (naturalmente) e anche di peggio, con notevole eccitazione. Tutti avevano voglia di parlare di questo tizio che andava in giro a farsi un panino, mentre loro l’avrebbero visto volentieri dietro le sbarre di una prigione. Io mi sono proprio impensierita, a questo proposito, perché, da quello che ho letto sui casi che riguardano quel signore lì, non mi pare utile incarognirsi nei suoi confronti – sarà già stato ‘punito’ da tutto quello che gli è accaduto intorno, e dagli sguardi mutati dei cosiddetti amici, dall’opacizzarsi di tutta una serie di rapporti e situazioni; no quello che mi veniva in mente mentre mi davano questa notizia erano i soldi “spariti”: di quei soldi, che devono essere rintracciati e devono tornare indietro, nessuno si preoccupa, tutti concentrati ad augurare la galera a destra e a manca. Ma dico io: che cosa importa se uno che – come minimo – “non era capace” e ha fatto stramazzare la banca, va in giro a farsi un panino … il problema è che se ci dimentichiamo di chiedergli indietro i soldi, quel panino (pure buono) glielo paghiamo ancora noi!