"O c'è dell'ingenuità, o mi prendono per fessa"
di Silvana Biasutti
SIENA. Apro il pacchetto già pregustando; chi ha imparato che tesoro sono le lenticchie è fortunato, perché oltre a nutrirsi bene, ha trovato un ingrediente versatile, capace di proporsi “in tante salse” o con estrema semplicità. Basta bollirle e condirle con un filo d’olio extravergine e il mondo diventa amico. Be’, nel mondo dei carnivori qualcuno penserà che io stia esagerando, ma allora costui ha dimenticato il classico cotechino – di recente natalizia memoria – che muore idealmente naufragando (ma non miseramente) nelle succose lenticchie d’accompagnamento.
Metto doverosamente a bagno le lenticchie, pensando a una semplicissima zuppa serotina, quasi vegana, e me ne vengo via, riflettendo a quanto sia fortunata la vita di chi – vive in Toscana (massimamente in provincia di Siena).
Infatti costui (o costei) conosce certamente qualcuno che ha un’oliveta e fa quell’elisir degli dei che bisogna assolutamente acquistare solo da chi lo produce, evitando i noti equivoci; può trovare formaggi di capra e di pecora per ogni gusto ed esigenza; trova pasta fatta con grano macinato a pietra che conserva intatti tutti i nutrienti (per tacere del sapore); sorvolo sui vini per un cadere nell’ovvietà e sulle carni per animalismo (pur senza fondamentalismo). Infine la sua mente e il suo spirito godono del tonico misterioso, ma efficacissimo, fornito da un paesaggio che finora ha retto ai tentativi di banalizzazione e di assalto alla diligenza dei danée e rimane una delle possibili ragioni per scegliere questa terra, forse la più importante (anche se fraintesa e non capita fino in fondo).
Ah!, non dimentico che proprio questa terra, in una delle sue accezioni più poetiche – le crete, dove, scrivono i bene informati, va a cavallo quotidianamente Mussari – crescono le lenticchie che ho appena messo a bagno, pregustando la mia solitaria zuppa serotina … “Lenticchia delle Crete”, leggo sull’etichetta, infatti, e il mio pensiero pieno di gratitudine va agli ‘agricoltori custodi’, che firmano e garantiscono questa meraviglia. Però.
Perché c’è un però: “queste piccole lenticchie variegate crescono un una delle zone più suggestive della Toscana: quella delle Crete; nonostante il terreno sia povero e difficile … eccetera.”; concordo e mi suggestiono, a tal punto che penso prossimamente di fare visita – non a cavallo -, una semplice passeggiata, magari con un invidioso amico cittadino, e ammirare le sfumature che danno alle coltivazioni, le lenticchie (oltreché buone, belle!).