I futures sull’azionario Usa guadagnano lo 0,3-0,6%, preannunciando un timido rimbalzo in avvio a Wall Street dopo due sedute di forti vendite e in attesa dell’esito della due giorni di riunione della Federal Reserve.
Ieri i principali indici americani hanno chiuso in rosso, proseguendo il sell-off di venerdì e con lo S&P 500 scivolato in un bear market dopo aver ceduto il 3,9%. Il Nasdaq, invece, ha perso il 4,7% e il Dow Jones il 2,8%.
Il secondo trimestre è sulla strada per registrare la maggior perdita combinata di azionario e obbligazionario globale dal 1990, tra la prospettiva di un deciso incremento del costo del denaro e le preoccupazioni per l’outlook della crescita.
L’inflazione più alta da circa quarant’anni, alimentata dalle difficoltà nella supply chain e nel mercato delle commodity tra la recrudescenza del Covid in Cina e la guerra in Ucraina, continua infatti ad appesantire il sentiment degli investitori.
La questione rimane quanto la Federal Reserve e le altre banche centrali dovranno inasprire le condizioni finanziarie per combattere le pressioni sui prezzi, rischiando di spingere l’economia in recessione.
Timori riflessi nel mercato obbligazionario, che ha visto l’inversione di alcuni tratti della curva dei Treasury statunitensi a testimonianza delle preoccupazioni di un rallentamento della crescita, in attesa della riunione del Fomc in programma tra oggi e domani.
Gli operatori si attendono ora un’accelerazione nel ritmo dei rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed da qui a settembre, con la possibilità di interventi anche da 75 punti base per la prima volta dal 1994.
Fonte MarketInsight