
Wall Street parte in leggero rialzo tentando l’ennesimo allungo, ma inizia a scivolare a metà seduta e cede progressivamente. Il calo è il peggiore nelle ultime sei settimane e si ferma fortunatamente nell’ultima ora nella quale gli indici cercano una base per il rimbalzo odierno.
Il Nasdaq cede il 2,3%. In rosso anche lo S&P500 (-1,2%) ed il Dow Jones (-1,3%). Si salva invece il Russell 2000 che chiude invariato, dopo essere salito intraday oltre la soglia psicologica dei 1.500 punti, mentre il VIX avanza di otto punti percentuali a quota 26,1.
Come nelle ultime settimane, sul mercato azionario pesa la debolezza del comparto tecnologico ed in particolare dei titoli a larga capitalizzazione che sembrano aver raggiunto valutazioni insostenibili.
I soliti FAANG’S sono scesi ieri ai minimi delle ultime tre settimane, in scia ad una sorta di downgrade da parte di Goldman Sachs nei confronti di Apple (-4,5%). In netta flessione anche Microsoft (-4,3%), Amazon (-3,6%), Google e Facebook entrambe in rosso di tre punti percentuali. Da questa flessione generalizzata non è stata risparmiata neanche Tesla (-5%), malgrado l’entusiasmo iniziale per l’esito della trimestrale.
Tra i settori dello S&P500 si salvano solo i consumi durevoli (+0,4%), le utilities ed i finanziari che salgono entrambi di un decimo di punto percentuale (+0,1%), mentre cedono i consumi discrezionali (-1,5%) e la tecnologia (-2,5%).
Nuovo balzo dell’oro di un punto percentuale a quota 1.885 dollari l’oncia che ormai mette nel mirino il record storico di $1.921 del 2011. Argento in calo (-1%) che consolida i guadagni stellari – pari al venti per cento – delle tre sedute precedenti.
Petrolio in lieve calo dopo una seduta incerta. L’oro nero cede mezzo punto percentuale a quota 41,5 dollari al barile.
Infine sul mercato valutario continua la fase di debolezza del dollaro che scivola a 1,16 nei confronti della moneta unica.
Fonte MarketInsight