Partenza in calo a Wall Street in scia alle crescenti tensioni tra Washington e Pechino e mentre gli operatori continuano a valutare gli ultimi dati macroeconomici. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede l’1%, lo S&P 500 lo 0,8% e il Dow Jones lo 0,7%.
Preoccupa il deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina, aggiungendo un ulteriore fattore di stress a un mercato già alle prese con i timori legati ai danni economici della pandemia e al rischio di una seconda ondata di contagi.
Il presidente americano Donald Trump ha detto di avere un ottimo rapporto con il leader cinese Xi Jinping, ma di non volere al momento parlare con lui, alimentando le ipotesi sulla possibilità di tagliare le relazioni con il gigante asiatico.
La risposta di Pechino è stata affidata al ministro degli Esteri cinese che ha dichiarato che relazioni stabili tra i due paesi sono nell’interesse di entrambi, sottolineando però che gli Stati Uniti devono collaborare con la Cina affinché i rapporti si consolidino.
Il tutto mentre dall’agenda dei dati macro continuano ad arrivare segnali del pesante impatto del virus sull’economia, dopo che ieri le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione hanno visto circa altri 3 milioni di americani che hanno perso il proprio posto di lavoro.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti ad aprile sono crollate del 16,4% su base mensile, rispetto al -12% atteso dagli analisti e al -8,3% della rilevazione precedente (rivista da -8,7%).
Sempre ad aprile, la produzione industriale è diminuita dell’11,2% su base mensile, rispetto al -12% stimato dal consensus e al -4,5% della rilevazione precedente (rivista da -5,4%).
Intanto il biglietto verde si indebolisce nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro a 1,084 e il dollaro/yen in discesa a 106,95.
Tra le materie prime ancora in rialzo le quotazioni del greggio che si portano sui massimi da inizio aprile avviandosi a chiudere la terza settimana consecutiva in rimonta, con il Brent (+2,2%) a 31,8 dollari e il Wti (+4,8%) a 28,8 dollari.
Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano arretra di circa 2 punti base allo 0,6% e quello del biennale di circa un punto base allo 0,14%.
Fonte MarketInsight