Chiusura in calo per le borse europee, mentre Wall Street procede poco mossa dopo le parole di Powell. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in ribasso dell’1,2% a 21.833 punti, debole come il Dax di Francoforte (-1,7%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,6%) e il Cac 40 di Parigi (-0,9%), mentre il Ftse 100 di Londra chiude sotto la parità (-0,2%). Andamento incerto per gli indici statunitensi Dow Jones (+0,1%), S&P 500 (-0,1%) e Nasdaq (-0,1%).
La volatilità resta elevata, a causa dei timori di recessione legati all’inflazione su livelli record e alla stretta monetaria delle banche centrali per riportare sotto controllo i prezzi. Il tutto in un contesto sempre condizionato dalle conseguenze del conflitto in Ucraina e dalla lotta della Cina contro il Covid, dove è svanito il momentaneo entusiasmo di ieri per il dimezzamento dei tempi di quarantena.
In Europa sono giunti dati contrastanti sull’inflazione, con i prezzi al consumo tedeschi in rallentamento al 7,6% annuo e quelli spagnoli inaspettatamente balzati al 10%. Numeri che alimentano le pressioni sulla Bce, con alcuni membri del Consiglio Direttivo favorevoli a valutare mosse più restrittive rispetto a quelle già annunciate (rialzo dei tassi di 25 punti base a luglio e un ulteriore intervento a settembre, di entità da definire).
Dall’agenda macro è giunta anche la revisione finale del Pil statunitense del primo trimestre, in calo dell’1,6% rispetto all’1,5% della seconda lettura. La spesa personale è aumentata al ritmo più debole post pandemia (+1,8%), suggerendo che l’economia poggi su basi più deboli di quanto ipotizzato in precedenza.
In giornata il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, è intervenuto al forum di Sintra insieme ai colleghi Christine Lagarde della Bce e Andrew Bailey della Bank of England. Il chairman dell’istituto di Washington ha affermato che l’economia statunitense è ben posizionata per resistere alla stretta monetaria. L’obiettivo resta quello di riportare l’inflazione al 2% preservando la solidità del mercato del lavoro, anche se questo compito sta diventando più difficile.
La Lagarde ha precisato che “il cambio di politica monetaria sarà graduale e opzionale”, mentre Bailey ha chiarito che la BoE, come le altre banche centrali, “ha l’opzione di agire in modo più aggressivo per contenere l’inflazione”, se ci saranno “segnali persistenti che gli aumenti dei prezzi sono un problema”.
Sul Forex l’euro/dollaro è in calo a 1,047 e il cambio tra biglietto verde e yen risale a 136,6. Tra le materie prime scambiano poco mosse le quotazioni del greggio con il Brent (+0,4%) a 114,2 dollari e il Wti (+0,1%) a 111,9 dollari, dopo il calo delle scorte americane emerso dai dati dell’Energy Information Administration e in attesa del meeting Opec+ in programma domani.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si riduce a 186 punti base, con il rendimento del decennale italiano in diminuzione di 16 punti base al 3,38%.
Tornando a Piazza Affari, le azioni Saipem avanzano del 7% mentre i diritti cedono il 69,5%, nel terzo giorno dell’aumento di capitale. Rialzi per Eni (+0,9%), Recordati (+0,7%) e Snam (+0,6%), in calo invece Cnh (-4,25%), Exor (-3,3%) e Stellantis (-2,8%).
Fonte MarketInsight