Le borse europee perdono smalto dopo una mattinata tonica ma restano perlopiù in rialzo, mentre Wall Street ha aperto negativa.
A Milano il Ftse Mib scambia in progresso dello 0,6% in area 16.970 punti, dopo aver momentaneamente azzerato i guadagni. Positivi il Dax di Francoforte (+1,3%), il Ftse 100 di Londra (+1,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,6%), debole invece l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%).
Nel Vecchio Continente, il focus è sulla riunione in videoconferenza dell’Eurogruppo e sulla successiva conferenza stampa.
Oltreoceano, arretrano Dow Jones (-0,4%), S&P500 (-0,6%) e Nasdaq (-0,8%), in un contesto sempre appesantito dal quadro macroeconomico debole e dai timori per una seconda ondata di contagi da coronavirus, oltre che dalle tensioni fra Stati Uniti e Cina.
La giornata è stata scandita da una fitta batteria di dati macroeconomici, in primis quelli contrastanti provenienti dalla Cina, dove la produzione industriale è tornata a crescere ad aprile per la prima volta dallo scoppio dell’epidemia (+3,9%) ma le vendite al dettaglio (-7,5%) sono diminuite oltre le attese.
In Germania la seconda lettura del Pil per il periodo gennaio-marzo ha evidenziato una contrazione del 2,2% su base trimestrale, dato peggiore da oltre un decennio, mentre l’Eurozona ha fatto segnare un calo del 3,8%.
Negli Usa, le vendite al dettaglio di aprile sono crollate del 16,4% su base mensile, rispetto al -12% atteso dagli analisti, mentre la produzione industriale si è ridotta dell’11,2%.
Inoltre, l’insorgere di nuovi casi di Covid-19, anche in Paesi come la Cina e la Corea del Sud che avevano la situazione sotto controllo, preoccupa gli operatori e si scontra con il cauto ottimismo per la graduale riapertura delle attività dopo settimane di lockdown.
A ciò si sono aggiunte le accuse di Washington a Pechino, con il presidente americano Trump che ieri ha dichiarato, tra le altre cose, di non voler dialogare per il momento con l’omologo cinese Xi Jinping. Il ministro degli Esteri cinese ha risposto che avere relazioni stabili è nell’interesse di entrambi i Paesi, ma gli Stati Uniti devono collaborare affinché i rapporti si consolidino.
Intanto l’amministrazione Trump ha predisposto un piano per bloccare la fornitura di semiconduttori al colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei e Pechino sarebbe pronta a rispondere con sanzioni nei confronti di alcuni giganti tech a stelle e strisce come Qualcomm, Cisco e Apple.
Sul Forex il cambio euro/dollaro si apprezza in area 1,085 mentre il dollaro/yen arretra lievemente a quota 107.
Tra le materie prime continua il recupero del greggio con il Brent (+1,8%) a 31,7 dollari e il Wti (+3,8%) a 28,7 dollari, in scia ai segnali di miglioramento della domanda cinese.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund risale a 238 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,82%.
Tornando a Piazza Affari, tra le big cap gli acquisti premiano in particolare Diasorin (+4%), seguita da Exor (+3,2%) che rimbalza dopo le recenti perdite e Nexi (+3%). In calo invece Unipol (-1,8%) dopo la diffusione dei risultati e Banca Mediolanum (-2,1%).
Fonte MarketInsight