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Giornata all’insegna delle vendite per l’azionario, penalizzato dai timori per la recessione e per il coronavirus. A Piazza Affari il Ftse Mib archivia gli scambi in calo del 4,8% a 18.806 punti, pressoché in linea con il Cac 40 di Parigi (-4,7%), l’Ibex 35 di Madrid (-4,5%), il Dax di Francoforte (-4,5%) e il Ftse 100 di Londra (-4,0%). A Wall Street il Dow Jones viaggia in calo del 4,1%, lo S&P500 a -3,5% e il Nasdaq a -2,5%.
Dopo il rally di aprile e maggio che ha riportato l’equity sui livelli pre-crisi da Covid-19, nelle ultime sedute sembra essere tornata la cautela sui mercati. A frenare ulteriormente i listini oggi hanno contribuito le indicazioni giunte ieri dalla Fed.
La banca centrale americana, infatti, manterrà i tassi sui livelli attuali almeno fino al 2022 prevedendo una ripresa lunga e difficoltosa. Secondo il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, inoltre, saranno necessari nuovi stimoli fiscali per sostenere l’economia.
Pesano anche i timori per una seconda ondata di coronavirus, dopo l’aumento dei contagi in alcuni Stati americani, mentre il computo totale negli Usa ha superato i due milioni di casi.
Sul fronte macro, sempre negli Stati Uniti, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 1,542 milioni, sostanzialmente in linea con le attese ma ancora elevate nonostante l’allentamento dei lockdown. In Italia, l’Istat ha diffuso i dati sulla produzione industriale italiana, in calo del 19,1% ad aprile (-42,5% su base annua) dopo il -28,4% di marzo.
Nel Vecchio Continente focus sulla riunione dell’Eurogruppo per discutere la proposta sul Recovery Fund, oltre alla successione del presidente dimissionario Mario Centeno.
Sul Forex l’euro/dollaro resta poco mosso a 1,137 mentre il cambio fra biglietto verde e yen scivola a 106,7.
Tra le materie prime sprofondano le quotazioni del greggio con il Brent (-6,9%) a 38,8 dollari e il Wti (-8,1%) a 36,4 dollari, in scia ai timori di una prolungata recessione con effetti sulla domanda di petrolio e all’incremento delle scorte statunitensi emerso ieri dall’Energy Information Administration.
Il clima di avversione al rischio spinge gli acquisti sull’obbligazionario, con il rendimento del Btp decennale in discesa all’1,48% e lo spread dal Bund che si amplia leggermente a 190 punti base. In mattinata il Tesoro ha registrato il sold-out nelle aste di medio lungo termine.
Tornando a Piazza Affari, le vendite investono pressoché tutto il Ftse Mib, con ribassi oltre i sette punti percentuali per diversi titoli. Cnh (-11,8%) crolla in coda al listino principale, seguita da Atlantia (-9,2%) prima dei risultati del primo trimestre, mentre resiste Diasorin (+2,3%).
Fonte MarketInsight