Seduta positiva per i mercati asiatici che rimbalzano dopo la reazione di Trump alla nuova legge pro Pechino imposta a Hong Kong dal governo cinese.
La Casa Bianca inizialmente aveva criticato con forza l’iniziativa cinese per consolidare il controllo sull’ex colonia britannica, minacciando sanzioni e il ritiro di cittadini e imprese americane.
Gli analisti temevano che gli Usa avrebbero ritrattato l’accordo commerciale firmato lo scorso gennaio e che le sanzioni a Pechino sarebbero arrivate dopo l’approvazione della legge.
Ma le dure parole del presidente americano sono rimaste tali e ancora non ci sono state azioni concrete.
Cosi i mercati asiatici tirano un sospiro di sollievo e approfittano dell’apparente calma per rimbalzare dopo le perdite della scorsa settimana.
Il clima resta invece teso negli Stati Uniti mentre la pandemia di Covid-19 sembra ancora lontana da una fase discendente e con i dati macro che continuano a dare segnali negativi.
Ad alimentare le preoccupazioni le proteste che dilagano in tutta la nazione dopo l’uccisione da parte delle forze dell’ordine di George Floyd, un cittadino americano di colore, a Minneapolis.
Tra le materie prime le quotazioni del greggio, sebbene in calo, rimangono sui massimi da inizio marzo con il Brent a -0,85% a 37,52 dollari e il Wti a -1,1% a 35,1 dollari al barile.
In rialzo l’oro a + 0,73% a 1.742 dollari l’oncia.
Tornando all’andamento dei mercati gli indici cinesi rimbalzano con decisione con Shanghai a +2,1% e Shenzen a +3,1%. Forti acquisti anche ad Hong Kong che guadagna il 3,4%.
Positiva la seduta in Giappone con il Nikkei a +0,8% e il Topix a +0,4%.
Il tutto dopo la chiusura sopra la parità venerdi di Wall Street con il Nasdaq a +1,29%, l’S&P500 a +0.48% e il Dow Jones a -0,07%.
Fonte MarketInsight