Seduta contrastata per i mercati asiatici con Cina e Hong Kong appesantite dalle tensioni per l’approvazione della nuova legge sulla sicurezza dell’ex colonia britannica.
Il Parlamento di Hong Kong è stato infatti circondato dalle forze armate per sedare sul nascere qualsiasi accenno di protesta mentre al suo interno si discuteva della legge che vieterebbe gli insulti all’inno nazionale cinese.
Una risposta della superpotenza asiatica alle proteste che negli ultimi 11 mesi hanno scosso la regione autonoma e che modificherebbe la costituzione di Hong Kong per consentire a Pechino di influenzarne il parlamento.
Nel frattempo il governatore Carrie Lam ha cercato di rassicurare le imprese e i cittadini, assicurando che la legge non violerà le libertà civili e l’autonomia.
Il rischio è anche che vengano meno quei presupposti che hanno reso la regione uno dei principali centri finanziari dell’Asia, un’arma a doppio taglio anche per Pechino che rischia di perdere il suo portale economico sul mondo.
Da Washington la Casa Bianca sta studiando una risposta decisa alle azioni del governo cinese anche se Donald Trump si è rifiutato di dare dettagli in merito.
La parola è allora passata a Kayleigh McEnany, capo dell’ufficio stampa della Casa Bianca, che sì è chiesto come Hong Kong possa rimanere un centro finanziario se la Cina ne prenderà il controllo.
Tra le materie prime le quotazioni del greggio si muovono poco sotto la parità con il Brent a -0,22% a 36,09 dollari e il Wti a -0,35% a 34,23 dollari al barile.
Tornando alle borse asiatiche in Cina Shanghai perde lo 0,3% e Shenzen lo 0,6%. In rosso anche Hong Kong a -0,7%.
Altra seduta di acquisti invece per il Giappone con il Nikkei a +0,8% e il Topix a +1%.
Il tutto dopo gli acquisti che hanno caratterizzato la seduta di Wall Street con il Dow Jones a +2,17%, l’S&P500 a +1,23% e il Nasdaq a +0,17%.
Fonte MarketInsight