di Giacomo Rossi*
SIENA. Credo che la fortuna di Siena sia sempre stata quella di essere autonoma, isolata, diversa, unica. Per secoli è stata la sua caratteristica e la sua forza. A Siena ci devi andare, non ci capiti per caso. I senesi pensano per se, come una qualsiasi grande famiglia. A Siena c’è sempre stato tutto per andare avanti in uno stato di piacevole e ricercato isolamento. Questo è sempre stato un grande vantaggio ma adesso, nel mondo cosiddetto globale, risulta essere uno svantaggio. E quindi a Siena è difficile arrivarci, sia logisticamente che culturalmente. E’ impossibile strutturare una crescita finanziaria più ampia. Siena risulta spesso essere una cittadina chiusa sentendo chi ci arriva da fuori.
Sicuramente è una città che si è trovata impreparata nel dover andare avanti in modi alternativi da quelli avuti negli anni precedenti. Il Mondo cambia, va veloce e Siena secondo me ha perso un po’ di terreno non adeguandosi in tempo ai cambiamenti. Questo però secondo me adesso è uno svantaggio quasi devastante, il gap con altri contesti è ampio, ma se sarà trovato il modo di resistere ed uscire dalla crisi sarà di nuovo un grande vantaggio. Mi piace immaginare che Siena anche tra 50 anni, 100 anni sia sempre la stessa. Nonostante le crisi, sia quelle finanziarie, che culturali, che generazionali, Siena sarà ancora lì senza essere troppo diversa da prima. Quell’isola speciale dove tutto sembra diverso. Dove chi ci arriva non può non rimanere innamorato e non può che invidiare quel modo di vivere e fare. Certo che però vanno trovare le soluzioni per permettere alla città e ai suoi cittadini di poter vivere serenamente e senza problemi. Perché il rischio di diventare una bella città, ma come tante altre poi potrebbe diventare una triste realtà.
Personalmente vivo a Roma da sei anni. E la città mi manca quasi più delle persone. Mi manca il poter fare assieme ad altri certe cose. Avere certe abitudine che solo una piccola e magica città come Siena può farti fare. In questi anni per lavoro ho viaggiato un po’ in tutta Europa e comunque Siena è conosciuta veramente ovunque e non ho mai sentito nessuno dire che qualcosa non va. Dall’esterno quindi siamo ancora una città bella e forte, dall’interno invece sappiamo che lo siamo molto di meno. Ma forse basta smettere di piangersi addosso, rimboccarsi le maniche e senza snaturarsi cercare di fare quei piccoli cambiamenti per traghettare la città nel prossimo secolo.
Dal punto di vista sportivo credo che la crisi di Siena non abbia troppe differenze dalle crisi sportive di qualsiasi altra città italiana. E’ l’Italia che sportivamente non funziona. Senza volere allargare il discorso anche ad altri ambiti, credo che sicuramente almeno nello sport il futuro per i giovani più determinati e talentuosi sia quello di dover varcare presto i confini per fare altre esperienze, e poi, magari arricchiti tornare indietro.
*direttore sportivo della Stellazzurra Basketball Academy. Da 6 anni a Roma