SIENA. In occasione dell’apertura di Vinitaly a Verona, Roberto Bruchi, direttore di Aprovito e membro del Comitato Nazionale Vini, organo superiore del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, fa il punto della situazione sullo stato di salute del sistema vitivinicolo toscano.
“Vinitaly è una straordinaria occasione per mettere in luce le eccellenze della nostra regione. Purtroppo, accanto a queste potenzialità, non mancano alcune criticità e debolezze che rischiano di minare la stabilità dell’intero settore. Mi riferisco al fatto che da troppo tempo il mercato non riconosce un adeguato valore economico a tutti quei soggetti che in prima persona coltivano e producono l’uva.
Se il settore vitivinicolo toscano è riuscito ad ammortizzare gli effetti negativi della crisi e a mantenersi ai vertici di ogni classifica, lo deve soprattutto ai produttori di uva e di vino. Questi artigiani delle vigne hanno sostenuto e continuano a sostenere il peso della sfavorevole congiuntura economica, accollandosi da circa due anni la drastica riduzione del prezzo del vino e delle uve all’origine.
Una situazione del genere però, non può protrarsi ancora a lungo. I piccoli e medi viticoltori non possono più sostenere in maniera quasi esclusiva il peso della crisi. Per questo è necessario che tutte le istituzioni locali, in primo luogo l’amministrazione regionale, comprendano lo stato di difficoltà e agiscano di conseguenza. Propongo ai vertici politici ed istituzionali di verificare la possibilità, con il sostegno della UE, di erogare un contributo straordinario, legato al momento di emergenza, a favore dei piccoli viticoltori toscani.
La mia richiesta deriva dal fatto che queste aziende, spesso a conduzione familiare, rappresentano una ricchezza ed una risorsa, non solo in termini economici, ma anche dal punto di vista culturale, paesaggistico e di identità storica. Difendere questo settore, ed impedirne il suo depauperamento, significa tutelare uno dei nostri patrimoni più preziosi e contribuire in modo determinante al successo dei nostri territori”.
“Vinitaly è una straordinaria occasione per mettere in luce le eccellenze della nostra regione. Purtroppo, accanto a queste potenzialità, non mancano alcune criticità e debolezze che rischiano di minare la stabilità dell’intero settore. Mi riferisco al fatto che da troppo tempo il mercato non riconosce un adeguato valore economico a tutti quei soggetti che in prima persona coltivano e producono l’uva.
Se il settore vitivinicolo toscano è riuscito ad ammortizzare gli effetti negativi della crisi e a mantenersi ai vertici di ogni classifica, lo deve soprattutto ai produttori di uva e di vino. Questi artigiani delle vigne hanno sostenuto e continuano a sostenere il peso della sfavorevole congiuntura economica, accollandosi da circa due anni la drastica riduzione del prezzo del vino e delle uve all’origine.
Una situazione del genere però, non può protrarsi ancora a lungo. I piccoli e medi viticoltori non possono più sostenere in maniera quasi esclusiva il peso della crisi. Per questo è necessario che tutte le istituzioni locali, in primo luogo l’amministrazione regionale, comprendano lo stato di difficoltà e agiscano di conseguenza. Propongo ai vertici politici ed istituzionali di verificare la possibilità, con il sostegno della UE, di erogare un contributo straordinario, legato al momento di emergenza, a favore dei piccoli viticoltori toscani.
La mia richiesta deriva dal fatto che queste aziende, spesso a conduzione familiare, rappresentano una ricchezza ed una risorsa, non solo in termini economici, ma anche dal punto di vista culturale, paesaggistico e di identità storica. Difendere questo settore, ed impedirne il suo depauperamento, significa tutelare uno dei nostri patrimoni più preziosi e contribuire in modo determinante al successo dei nostri territori”.