La sopresa è che il rosso 2008 si chiama... Siena
di Gianfranco Campione
SIENA. Confesso di avere ignorato fino a pochi giorni fa che i famosi vini “Super Tuscan” (neologismo brutto ma di gran successo), potessero nascere anche a pochi chilometri da San Francisco, nella Sonoma County, che rivaleggia in fama con la Napa Valley.
Eppure è così. Si tratta di un rosso della vendemmia 2008, ottenuto da un uvaggio di 75% di Sangiovese e 25% di Malbec. Lo ha prodotto e messo in vendita, a partire dal febbraio 2010, la Ferrari-Carano, un produttore californiano di tutto rispetto.
Ma ora viene il più bello: questo vino, che viene descritto come ben equilibrato, succoso, con intensi profumi di ciliegia, lampone e ribes, ha anche un nome molto bello: SIENA, ” denominazione Sonoma County”.
Conosco piuttosto bene il mercato nord americano che ho visitato regolarmente fino dagli anni settanta. A quei tempi una storia come questa mi avrebbe fatto relativamente poca impressione, per il semplice motivo che ne esistevano molti esempi simili: ricordo sugli scaffali dei negozi americani dei Chianti “from California hills”, Champagnes e Asti spumanti prodotti nello Stato di New York; Rhein weins (vini del Reno) provenienti forse dalla Virginia. Ricordo perfino che un imbottigliatore canadese
minacciò di fare causa ad un famoso produttore della nostra regione, perchè aveva osato chiamare il suo vino “Toscano Rosso”, ignorando che la parola Toscano era stata da loro registrata come marchio di fantasia.
Ripeto: allora non mi sarei sorpreso, oggi sì.
Occorre ricordare che, per la ultra pragmatica legislazione nord-americana, un prodotto con marchio commerciale debitamente registrato e già presente sul mercato in certe quantità, ha sempre goduto di una fortissima protezione da parte della legge.
Aggiungo che i nomi legati alla storia o al territorio degli altri paesi, non godono, a differenza di quanto avviene nella legislazione europea sui marchi, di alcuna particolare protezione. Chi prima arriva sul mercato, ha ragione. Tuttavia, e da qui nasce la mia sorpresa, in questi ultimi anni è via via maturata una certa sensibilità al problema delle corrette origini dei prodotti e si sono fatti alcuni passi avanti. La rigida legislazione sui marchi in Nord-America ha cominciato a riconoscere, in alcuni casi, la giustezza delle opposizioni presentate da numerosi paesi della Comunità Europea, primo fra tutti la Francia e, in minore misura, la Germania e l’Italia. Così sono spariti dagli scaffali i Chianti Californiani, gli Champagnes o gli Asti Spumante della East Coast e (probabilmente) anche i vini del Reno fatti in Virginia.
In questo recente clima di maggiore ragionevolezza ed apertura della legislazione nord-americana alle ragioni dei paesi di origine, l’etichetta Ferrari-Carano ” SIENA- Rosso della Sonoma County” piomba come un grosso sasso in uno stagno. Sarebbe interessante sapere quali iniziative intenda ( o forse si è già mosso?) prendere in proposito il comune di Siena…
SIENA. Confesso di avere ignorato fino a pochi giorni fa che i famosi vini “Super Tuscan” (neologismo brutto ma di gran successo), potessero nascere anche a pochi chilometri da San Francisco, nella Sonoma County, che rivaleggia in fama con la Napa Valley.
Eppure è così. Si tratta di un rosso della vendemmia 2008, ottenuto da un uvaggio di 75% di Sangiovese e 25% di Malbec. Lo ha prodotto e messo in vendita, a partire dal febbraio 2010, la Ferrari-Carano, un produttore californiano di tutto rispetto.
Ma ora viene il più bello: questo vino, che viene descritto come ben equilibrato, succoso, con intensi profumi di ciliegia, lampone e ribes, ha anche un nome molto bello: SIENA, ” denominazione Sonoma County”.
Conosco piuttosto bene il mercato nord americano che ho visitato regolarmente fino dagli anni settanta. A quei tempi una storia come questa mi avrebbe fatto relativamente poca impressione, per il semplice motivo che ne esistevano molti esempi simili: ricordo sugli scaffali dei negozi americani dei Chianti “from California hills”, Champagnes e Asti spumanti prodotti nello Stato di New York; Rhein weins (vini del Reno) provenienti forse dalla Virginia. Ricordo perfino che un imbottigliatore canadese
minacciò di fare causa ad un famoso produttore della nostra regione, perchè aveva osato chiamare il suo vino “Toscano Rosso”, ignorando che la parola Toscano era stata da loro registrata come marchio di fantasia.
Ripeto: allora non mi sarei sorpreso, oggi sì.
Occorre ricordare che, per la ultra pragmatica legislazione nord-americana, un prodotto con marchio commerciale debitamente registrato e già presente sul mercato in certe quantità, ha sempre goduto di una fortissima protezione da parte della legge.
Aggiungo che i nomi legati alla storia o al territorio degli altri paesi, non godono, a differenza di quanto avviene nella legislazione europea sui marchi, di alcuna particolare protezione. Chi prima arriva sul mercato, ha ragione. Tuttavia, e da qui nasce la mia sorpresa, in questi ultimi anni è via via maturata una certa sensibilità al problema delle corrette origini dei prodotti e si sono fatti alcuni passi avanti. La rigida legislazione sui marchi in Nord-America ha cominciato a riconoscere, in alcuni casi, la giustezza delle opposizioni presentate da numerosi paesi della Comunità Europea, primo fra tutti la Francia e, in minore misura, la Germania e l’Italia. Così sono spariti dagli scaffali i Chianti Californiani, gli Champagnes o gli Asti Spumante della East Coast e (probabilmente) anche i vini del Reno fatti in Virginia.
In questo recente clima di maggiore ragionevolezza ed apertura della legislazione nord-americana alle ragioni dei paesi di origine, l’etichetta Ferrari-Carano ” SIENA- Rosso della Sonoma County” piomba come un grosso sasso in uno stagno. Sarebbe interessante sapere quali iniziative intenda ( o forse si è già mosso?) prendere in proposito il comune di Siena…