SIENA. Bilancio positivo per le vendite dei vini a denominazione nella Grande Distribuzione. Il 2009 si è infatti concluso con una crescita del 3,9% in termini di volume e del 4,9% in valore economico rispetto all’anno precedente. Sono questi i dati principali che emergono dalla ricerca di mercato condotta dall’Istituto IRI Infoscan, per conto di Veronafiere, che sarà presentata al prossimo Vinitaly, in programma ad aprile a Verona.
“Questi dati non mi stupiscono – afferma Roberto Bruchi, direttore di Aprovito e membro del Comitato Nazionale Vini – perché, puntare sulla qualità e sulla specificità è determinate. Possiamo continuare ad essere competitivi e mirare ad espanderci in altri mercati solamente distinguendo i nostri prodotti dagli altri. Non è un caso se, secondo la stessa ricerca, le vendite di vino da tavola generico registrano una flessione del 2,1%”.
“Le denominazioni Dogc, Doc e Igt – continua Bruchi – sono fondamentali e indispensabili per guidare i consumatori nell’acquisto del vino con sempre maggiore consapevolezza. I nostri prodotti si sono affermati nel mondo soprattutto grazie alle denominazioni di origine. Queste rappresentano il legame stretto con il territorio, con i suoi vitigni autoctoni, con le sue tradizioni e con i suoi usi e costumi. Tutto ciò costituisce il valore aggiunto che ci rende vincenti rispetto a tanti altri competitor”.
La stessa ricerca mette in evidenza anche altri elementi interessanti. Per quanto riguarda la classifica dei vini a denominazione più venduti nella Grande Distribuzione il “nostro” Chianti, assieme al Lambrusco e al Montepulciano d’Abruzzo, è tra i prodotti più apprezzati. Tra i vini con il maggior tasso di crescita nel 2009, in termini di litri venduti, il Morellino di Scansano ottiene un ottimo quarto posto.
“Anche questi dati – conclude il direttore di Aprovito – ci confortano. Il vino toscano è come sempre ai vertici di ogni classifica. Bisogna però fare presente che questi risultati sono anche la conseguenza della drastica riduzione del prezzo del vino alla produzione, verificatasi negli ultimi due anni, che sta creando molte difficoltà ai nostri produttori. Questa contrazione del prezzo del vino all’origine ha permesso al Chianti di contenere i prezzi al dettaglio, andando a sostenere le vendite nella grande distribuzione. Ci auguriamo che presto anche il mondo della produzione possa cogliere i frutti di questi risultati e recuperare le posizione perdute".
“Questi dati non mi stupiscono – afferma Roberto Bruchi, direttore di Aprovito e membro del Comitato Nazionale Vini – perché, puntare sulla qualità e sulla specificità è determinate. Possiamo continuare ad essere competitivi e mirare ad espanderci in altri mercati solamente distinguendo i nostri prodotti dagli altri. Non è un caso se, secondo la stessa ricerca, le vendite di vino da tavola generico registrano una flessione del 2,1%”.
“Le denominazioni Dogc, Doc e Igt – continua Bruchi – sono fondamentali e indispensabili per guidare i consumatori nell’acquisto del vino con sempre maggiore consapevolezza. I nostri prodotti si sono affermati nel mondo soprattutto grazie alle denominazioni di origine. Queste rappresentano il legame stretto con il territorio, con i suoi vitigni autoctoni, con le sue tradizioni e con i suoi usi e costumi. Tutto ciò costituisce il valore aggiunto che ci rende vincenti rispetto a tanti altri competitor”.
La stessa ricerca mette in evidenza anche altri elementi interessanti. Per quanto riguarda la classifica dei vini a denominazione più venduti nella Grande Distribuzione il “nostro” Chianti, assieme al Lambrusco e al Montepulciano d’Abruzzo, è tra i prodotti più apprezzati. Tra i vini con il maggior tasso di crescita nel 2009, in termini di litri venduti, il Morellino di Scansano ottiene un ottimo quarto posto.
“Anche questi dati – conclude il direttore di Aprovito – ci confortano. Il vino toscano è come sempre ai vertici di ogni classifica. Bisogna però fare presente che questi risultati sono anche la conseguenza della drastica riduzione del prezzo del vino alla produzione, verificatasi negli ultimi due anni, che sta creando molte difficoltà ai nostri produttori. Questa contrazione del prezzo del vino all’origine ha permesso al Chianti di contenere i prezzi al dettaglio, andando a sostenere le vendite nella grande distribuzione. Ci auguriamo che presto anche il mondo della produzione possa cogliere i frutti di questi risultati e recuperare le posizione perdute".