Breve storia del Vermentino e della sua irresistibile ascesa
SIENA. Quasi tutta la costa tirrenica toscana, da Alberese a Bolgheri fino alla Lunigiana, sta divenendo in questi ultimi anni il territorio di elezione di un vitigno dal nome accattivante, che produce un vino altrettanto attraente, specie per i consumi nella stagione estiva. Parlo del Vermentino.
Ma quali sono le sue origini? E’ sempre stato nei nostri territori cioè, per parlare più scientificamente, è un cultivar autoctono oppure è un vitigno importato?
Già a metà del 1800 il francese Odart , in un suo famoso trattato di ampelografia, annotava che il Vermentino appartiene alla famiglia delle Malvasie, che cresce particolarmente bene lungo il 47° parallelo e che viene chiamato Vermentino in Corsica e Malvoisie gros grain (cioè:Malvasia a grani grossi) o Rolle in Francia. I professori Calò e Scienza, nel loro bel libro sui Vitigni d’Italia, non hanno dubbi sulla sua origine spagnola. Il Vermentino sarebbe approdato intorno al 1300 in Corsica, raggiungendo poi la Sardegna e la Liguria. In questa ultima regione, dove veniva anche chiamato Formentino e Vennentino, è stato spesso scambiato per il Pigato e per la Favorita, che invece hanno altra origine. Secondo questi due autori, il Vermentino avrebbe notevoli analogie genetiche con il famoso vitigno ungherese Furmint.
Una cosa è certa: questo vitigno predilige i luoghi ben soleggiati, di collina, con terreni asciutti e nelle vicinanze del mare. Nessuna sorpresa , quindi, che dopo un forte sviluppo in alcune zone della Liguria e in Sardegna (chi non ha bevuto almeno una volta i potenti Vermentini della Gallura?), sia scivolato lungo le coste della Toscana, raggiungendo punte di eccellenza specie nella Lunigiana e nella zona di Bolgheri.
Personalmente, lo trovo un vino perfetto per la stagione estiva ma è anche molto piacevole nelle altre stagioni. Ha un colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; il profumo è delicato, il gusto lievemente amarognolo con dei leggeri toni salati e minerali. Quando è particolarmente espressivo (come nelle colline intorno ad Aulla) può ricordare alcune caratteristiche del Sauvignon.
Il Vermentino entra già come componente in numerose DOC come Cinque Terre, Colli di Luni, Golfo del Tigullio, Candia, Montecarlo , Colli Lucchesi, Bolgheri. Diversi produttori prestigiosi (uno per tutti: Antinori ) si sono già impegnati da vari anni nella sua coltivazione, ottenendo significativi risultati qualitativi.
Non credo di azzardare, prevedendogli un luminoso futuro non solo in Italia ma anche in numerosi mercati export. Penso anche che i produttori della Toscana, da sempre alla ricerca di un loro bianco di successo da affiancare ai classici rossi, ne trarranno nei prossimi anni notevoli benefici economici.