SIENA. La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vitigni più importanti della piattaforma ampelografia toscana ed il vino da essa ottenuto è stato il primo a poter contare sulla D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) italiana nel 1966, guadagnandosi grande gloria toscana nel campo dei bianchi.
Tale vino, che nel luglio del 1993 si è meritato anche la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.), affonda le sue radici in un percorso storico di antica memoria che parte dal 1200, stuzzicando nobili casate e papi e godendo dell’interesse di artisti del calibro di Dante Alighieri, di Boccaccio e di Michelangelo Buonarroti, il quale, nel 1643 lo vezzeggia nella maniera seguente:
“E nobil terra alta e turrita, del bel Sangimignan facemmo gita (…)
ma i terrazzani altrui sempre fan guera con traditora lor Vernaccia, che danno a bere a chiunque vi giunge. che bacia lecca morde picca e punge”.
La Vernaccia di San Gimignano non è però un vino caratterizzato da sentori particolarmente fruttati e floreali, che sono invece tanto cari al consumatore attuale, in quanto in essa predominano tendenzialmente note minerali, solo leggermente fruttate e che rimandano alla pietra focaia come descrittore principale.
Emerge quindi l’esigenza di andare ad operare scelte tecnologiche in grado di assecondare il più possibile le tendenze del mercato, senza però compromettere la tradizione di questo vino, la sua individualità, le sue peculiarità varietali e puntando ad esaltare le caratteristiche di questo vitigno sia in vigna che in cantina.
Sfida che è stata accettata e portata avanti con passione e determinazione dalla Dott.ssa Alessandra Ticci, venticinquenne Enologa poggibonsese che, per ben due anni, ha lavorato al progetto di ricerca sull’incentivazione varietale della Vernaccia di San Gimignano, commissionato dal Consorzio in oggetto all’Università degli Studi di Firenze.
Progetto sofferto ed amato, che è valso, negli scorsi giorni, il conseguimento della laurea specialistica in Enologa, presso l’Università degli Studi di Firenze, per Alessandra Ticci, con la meritata valutazione di 110 e Lode/110 e Lode, con la vernaccia proprio al centro della tesi. tesi dal titolo: Influenza della maturazione e delle condizioni pre-fermentative sul profilo varietale della Vernaccia di San Gimignano”.
“Sono felice.” Afferma emozionata la neo-Dott.ssa Magistrale.
“Felice non solo del risultato ottenuto, quanto dell’aver avuto la fortuna di lavorare ad un progetto che affonda le sue radici nel volere incentivare una tradizione, un’identità propria di un territorio, che crede in valori semplici, nell’ottica del pieno rispetto di essi e di un prodotto che è parte integrante della nostra storia, delle nostre origini e che in quanto tale ha il pieno diritto di essere tutelato. Filosofia che mi auguro di poter portare sempre avanti, nel voler andare a rappresentare un valore aggiunto per le potenzialità enologiche delle nostre zone, nell’ottica di un loro pieno e meritato rispetto, troppo spesso inflazionato da “corse all’oro” totalmente inopportune.” Continua Dott.ssa Ticci.
“Nel lavoro svolto abbiamo voluto sviluppare in primis un approccio metodologico per affrontare la problematica in oggetto, andando inoltre ad ottimizzare, a livello di laboratorio, un protocollo di analisi delle componenti aromatiche varietali, per poterle andare meglio a valutare all’interno di uve, mosti e vini.
Nell’applicazione di questo approccio abbiamo seguito da vicino i prodotti di ben 5 aziende dislocate in zone tra loro diverse all’interno del territorio della Denominazione e che utilizzavano ognuna un proprio protocollo di vinificazione in bianco, soprattutto in funzione delle scelte operate in fase pre-fermentativa, che è la più importante nell’ambito dell’ottenimento dei vini bianchi”. Conclude la giovane Enologa.