Se n'è parlato al convegno sulle novità fiscali del settore agricolo
Una buona nuova che non basta però a stemperare il clima di preoccupazione delle imprese agricole e degli agricoltori della provincia di Siena che in maniera massiccia hanno partecipato e si sono confrontati su più temi al convegno “Novità fiscali sul lavoro nel settore agricolo” che si è svolto a Serre di Rapolano. A cura dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena.
L’iniziativa si è aperta con una breve assemblea e l’intervento di Alessandro Cinughi de Pazzi. Due momenti che hanno fatto luce su le tante problematiche dell’agricoltura senese. La parola è poi passata ai relatori, Roberto Caponi e Nicola Caputo. Rispettivamente, direttore servizio sindacale e direttore servizio tributario – fiscale di Confagricoltura.
«A non far dormire sonni tranquilli – spiega Cinughi de Pazzi – è la continua imposizione fiscale a cui le realtà produttive sono sottoposte. Tutto questo quando il settore agricolo è l’unico che ad oggi ha un trend positivo relativamente alle vendite, ovviamente a livello internazionale». Un settore che in Italia occupa 1.100.000 lavoratori e che nel 2012 ha registrato un più 3,6 per cento di occupazione. In discussione, imposte e tasse come la futura nuova Tares e l’Imu che hanno le sembianze di un balzello, più che di un equilibrato e doveroso prelievo. La Tares sostituirà la Tarsu (la tassa di smaltimento dei rifiuti) che con aumenti previsti tra il 30 e il 40 per cento farà pagare a cittadini e imprese anche luce pubblica e manutenzione strade. L’Imu, a parte la sospensione della rata di giugno sulla prima casa, resta invariata per le imprese agricole, per cui nessun miglioramento in vista.
«Molti immobili – illustra Cinughi – non sono più considerati strumentali all’attività. Le case sparse pagano il 10,6 per mille di Imu come se fossero seconde case sfitte, ma in realtà sono case fatiscenti e spesso in attesa di ristrutturazione. Se va bene godono di qualche sconto come inagibili. Si è cercato di farlo capire a tutti e 36 i Comuni della provincia di Siena, mo non ci vogliono sentire».
«Per “case sparse” – puntualizza il presidente dell’Unione – si intendono i poderi abbandonati nelle nostre campagne non più abitati da tanti anni quando molti abitanti delle campagne si trasferirono nelle città per cercare lavori migliori. Invece di tassare beni che non danno alcun reddito bisognerebbe incentivare il loro recupero anche con pratiche burocratiche meno complesse ed onerose di quelle attualmente necessarie».
Non sono mancate argomentazioni su questioni come fabbricati strumentali, aree fabbricabili e relativi fabbricati collabenti, estimi catastali, Irpef e chi più ne ha più ne metta. Una foresta di prelievi e adempimenti che in qualche caso (dopo lunghe battaglie) hanno dato qualche punto agli agricoltori, ma la pressione in tutti i sensi resta sempre alta. Dall’incontro è venuto fuori che preoccupa molto anche il modo di approcciarsi delle amministrazioni pubbliche che in questi momenti difficili trovano qualunque pretesto per aumentare le difficoltà ed i problemi che alla fine risultano davvero irrilevanti o comunque fuori contesto rispetto alle problematiche vere. Un esempio? La questione della segnaletica pubblicitaria sulle strade provinciali. Senza contare l’Inps che continua ad emettere accertamenti verso aziende che operano con trasparenza e responsabilità obbiettando assurde applicazioni. I Comuni, poi, stiracchiano norme e direttive al solo scopo di far “cassa” scoraggiano ogni tipo d’iniziativa imprenditoriale.
Immancabili gli accenni al meteo e le sue bizze che dall’autunno ad oggi ha incorniciato una stagione irreparabilmente piovosa. Non si possono poi tacere i danni da selvaggina (ungulati in prima linea) alle produzioni agricole. Annoso problema, adesso più che mai al limite della decenza. Nel suo passaggio il presidente Alessandro Cinughi de Pazzi non ha tralasciato di toccare il problema banche che con le loro rigidità hanno di fatto cessato ogni credito anche per quegli imprenditori più virtuosi. «Per errori legati al passato – spiega Cinughi – le banche non sono capaci di fare credito nemmeno ai clienti più affidabili, come gli agricoltori».
Tra i temi (pochi) con il segno più, il rinnovo del contratto degli operai agricoli, giusta sintesi delle aspettative datoriali e sindacali ulteriore dimostrazione della volontà verso una crescita sempre più innovativa e responsabile. Il convegno, in dettaglio, è stato aperto da Roberto Caponi su appalti, lavoro occasionale e voucher, premio di produttività, controllo retribuzioni imponibili Inps e procedura C.r.a.a. (Consorzio di ricerca applicata in agricoltura). Nicola Caputo, invece, è intervenuto su novità Imu (Imposta municipale unica), Irpef, fabbricati collabenti, accatastamento fabbricati rurali, le società agricole e l’esercizio esclusivo delle attività.