CHIANTI. E’ il vino più rappresentativo non soltanto dell’azienda, ma anche dello specifico terroir dei vigneti che circondano il castello della famiglia Ricasoli: stiamo parlando del Chianti Classico Castello di Brolio, che con l’annata 2006 torna ad aggiudicarsi il massimo riconoscimento della guida “Vini d’Italia 2010” edita dal Gambero Rosso.
I 3 bicchieri erano mancati soltanto all’annata 2005, perché a partire dalla sua nascita, nel 1999, Castello di Brolio aveva sempre raggiunto il massimo del punteggio. Va comunque ricordato che nel 2002 il vino non venne prodotto, viste le condizioni meteorologiche così sfavorevoli di quell’anno.
Il 2006, al contrario, è stato caratterizzato da un andamento stagionale favorevole per la vite: primavera abbastanza piovosa con temperature nella norma, un inizio estate non troppo caldo e una decisa inversione di tendenza intorno al 20 agosto, quando le temperature si sono innalzate permettendo alle uve di arrivare perfettamente mature al momento della raccolta.
Castello di Brolio, come ormai tutti sanno, è composto sostanzialmente da uve Sangiovese con piccole aggiunte di Cabernet Sauvignon, e matura in barrique per 18 mesi prima di essere imbottigliato.
Castello di Brolio 2006 sta per essere immesso sui mercati, e si presenta con tutto il tipico carattere del Sangiovese di Brolio, elegante, intenso e potente, e sarà senza dubbio destinato anche al lungo invecchiamento.
E’ una nuova soddisfazione per Barone Ricasoli, che da anni collabora con l’Università di Firenze e l’Istituto Sperimentale di Viticultura di Arezzo per arrivare alla omologazione di un clone di Sangiovese autoctono di Brolio. Contemporaneamente, nei 240 ettari di vigneto di proprietà è in corso uno studio di zonazione viticola condotto dall’Istituto Sperimentale per la Difesa del Suolo di Firenze. Si tratta di un caso pressoché unico nel nostro paese di zonazione tutta interna a una singola proprietà.
Azienda estremamente dinamica, dunque, che insieme agli aspetti più propriamente tecnici ha anche saputo portare avanti brillantemente un progetto di ospitalità che oggi si presenta estremamente articolato. Un’ospitalità che va dall’accoglienza ai turisti singoli e a gruppi a quella dei grandi eventi, come quello che recentemente ha visto il pranzo offerto ai circa 700 partecipanti al Gran Premio Nuvolari.
Il Castello di Brolio dunque continua a esercitare il proprio ruolo di leader del territorio e a costituire un punto di riferimento non soltanto per il Chianti Classico, ma anche per tutta la moderna imprenditoria vitivinicola.
I 3 bicchieri erano mancati soltanto all’annata 2005, perché a partire dalla sua nascita, nel 1999, Castello di Brolio aveva sempre raggiunto il massimo del punteggio. Va comunque ricordato che nel 2002 il vino non venne prodotto, viste le condizioni meteorologiche così sfavorevoli di quell’anno.
Il 2006, al contrario, è stato caratterizzato da un andamento stagionale favorevole per la vite: primavera abbastanza piovosa con temperature nella norma, un inizio estate non troppo caldo e una decisa inversione di tendenza intorno al 20 agosto, quando le temperature si sono innalzate permettendo alle uve di arrivare perfettamente mature al momento della raccolta.
Castello di Brolio, come ormai tutti sanno, è composto sostanzialmente da uve Sangiovese con piccole aggiunte di Cabernet Sauvignon, e matura in barrique per 18 mesi prima di essere imbottigliato.
Castello di Brolio 2006 sta per essere immesso sui mercati, e si presenta con tutto il tipico carattere del Sangiovese di Brolio, elegante, intenso e potente, e sarà senza dubbio destinato anche al lungo invecchiamento.
E’ una nuova soddisfazione per Barone Ricasoli, che da anni collabora con l’Università di Firenze e l’Istituto Sperimentale di Viticultura di Arezzo per arrivare alla omologazione di un clone di Sangiovese autoctono di Brolio. Contemporaneamente, nei 240 ettari di vigneto di proprietà è in corso uno studio di zonazione viticola condotto dall’Istituto Sperimentale per la Difesa del Suolo di Firenze. Si tratta di un caso pressoché unico nel nostro paese di zonazione tutta interna a una singola proprietà.
Azienda estremamente dinamica, dunque, che insieme agli aspetti più propriamente tecnici ha anche saputo portare avanti brillantemente un progetto di ospitalità che oggi si presenta estremamente articolato. Un’ospitalità che va dall’accoglienza ai turisti singoli e a gruppi a quella dei grandi eventi, come quello che recentemente ha visto il pranzo offerto ai circa 700 partecipanti al Gran Premio Nuvolari.
Il Castello di Brolio dunque continua a esercitare il proprio ruolo di leader del territorio e a costituire un punto di riferimento non soltanto per il Chianti Classico, ma anche per tutta la moderna imprenditoria vitivinicola.