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di Roberto Cappelli
MONTALCINO. C’è chi assegna i punti, chi le stelle, chi i calici e chi… le chiocciole!
Ebbene sì, le chiocciole: è uscita infatti la nuova guida ai vini italiani di Slow Food e quale simbolo migliore, se non il logo dell’associazione per segnalare le loro cantine del cuore? Questa nuova guida, intitolata “Slow Wine”, a cura di Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni, edita da Slow Food Editore, è nata dalla voglia di Slow Food Italia di concretizzare il forte legame fra enologia e gastronomia e dare sfogo agli stimoli che giungono dagli amanti del vino, che fanno parte dell’associazione. L’intento è quello di dare una fotografia reale dell’attuale situazione del vino in Italia e quindi all’interno della guida sono stati raccolti i risultati delle visite a più di 2000 cantine con più di 150 collaboratori coinvolti. Un fatto unico nel panorama delle guide enologiche nazionali e possibile grazie alla rete associativa Slow Food. Un nuovo approccio, da cui è scaturita anche una diversa metodologia di valutazione, che si basa su tre parametri: rapporto qualità-prezzo, eccellenza del prodotto e vicinanza alla filosofia Slow Food nelle pratiche dell’azienda.
Già dalla prefazione di Carlo Petrini e Gigi Piumatti, s’intuisce quanto, in questa guida, sia presente un nuovo approccio critico alla produzione enologica: “Una guida che ci auguriamo faccia discutere e che consenta le più vaste riflessioni sui protagonisti, sulla viticoltura e sulle cantine che hanno fatto grande il vino italiano in questi ultimi vent’anni, nonché sulle prospettive dell’agricoltura italiana nel suo complesso”. Sfogliando la guida, suddivisa per regioni, arriviamo alla Toscana e, dopo una breve illustrazione di quelle che sono le massime zone di produzione vinicola, si passa alla segnalazione delle aziende: e per la zona di Montalcino la chiocciola è stata assegnata a “Il Paradiso di Manfredi”, che prende il nome da Manfredi Martini, esperto agricoltore, nato a Montalcino nel 1914, e dal podere “Il Paradiso”, abitazione contadina costruita alla fine dell’Ottocento, che ancora oggi continua a produrre vino, guardando con responsabilità alla tradizione, alla storia e alla tipicità. Rimanendo sempre nella zona ilcinese, altre aziende alle quali è stata assegnata la chiocciola sono: “Le Presi”, fondata nel 1970 da Bruno Fabbri, primo imbottigliatore di Castelnuovo dell’Abate; “Le Chiuse”, appartenente a Simonetta Valiani, nipote del grande saggio del Brunello Franco Biondi Santi; e “Fattoi”, acquistata da Ofelio Fattoi nel 1965.