MONTEPULCIANO. Domenica (17 ottobre) è stato presentato al Teatro Poliziano di Montepulciano un innovativo progetto, sviluppato dall’azienda vinicola Salcheto di Montepulciano, che intende ridurre l’impatto sull’ambiente della produzione vinicola e raggiungere la completa autonomia energetica della propria cantina.
L'ambizioso progetto consiste nel calcolare quanta anidride carbonica equivalente viene immessa nell’ambiente per la produzione standard di una bottiglia di vino (1,83 kg di CO2eq) e nel successivo abbattimento di queste emissioni agendo nelle varie fasi del ciclo produttivo: confezionamento, attività commerciali, trasporto del venduto, uso di concimi e di gasolio da trazione, processi di fermentazione realizzati in cantina.
“Abbiamo voluto capire fino in fondo – ha affermato Michele Manelli, presidente di Salcheto – come è distribuito l’impatto ambientale di un prodotto, come il vino, così diffuso e amato in tutto il mondo. Il nostro impegno – ha aggiunto Manelli – ora sarà quello di intervenire da subito su quelle fonti di emissioni che ci chiamano in causa direttamente, portandole a saldo zero, e cercando poi indirettamente di intervenire anche fasi esterne all'azienda”.
Tra gli interventi già messi in cantiere ci sono lo sfruttamento dell’energia geotermica per raffreddare la cantina, l’ottenimento di acqua calda grazie alle biomasse autoprodotte in campagna, l’illuminazione della cantina senza energia elettrica ma utilizzando collettori solari, e ancora, la piantumazione di specie arboree autoctone (come il Salice da cui deriva il nome Salcheto).
“Tutto ciò – ha aggiunto Manelli – ci permetterà entro il 2010 un abbattimento di ulteriori 0,32 Kg di emissioni di gas serra per singola bottiglia immessa in commercio”.
A dare concretezza alle ambizioni di questo progetto è intervenuto il professor Domenico Andreis, docente del dipartimento di Scienze ambientali dell’Università di Siena che ha chiarito come l'attività della Salcheto sia perfettamente in linea con quelli che sono gli obiettivi strategici del Protocollo di Kyoto, ossia la riduzione dei gas ad effetto serra.
L'onorevole Ermete Realacci, anch’egli intervenuto nel corso della mattinata ha dichiarato: “Quello di Salcheto è un caso esemplare di green economy in salsa italiana, dove tradizione, qualità e territorio incrociano innovazione, ricerca e attenzione per l’ambiente.”. Positivo è stato anche il commento di Paolo Fulini, presidente de La Fabbrica del Sole, il cui giudizio ha trovato un'altra autorevole conferma nelle parole di Michele Crivellaro, responsabile di CSQA Certificazioni – Valoritalia: “L’utilizzo di standard di analisi internazionali come il protocollo ISO 14064, consente al progetto Salcheto Carbon Free di avviarsi verso una certificazione dei risultati ottenuti, che saranno quindi scientificamente convalidabili e verificabili”.
A chiusura dei vari interventi, il presidente Manelli ha tenuto poi a sottolineare la natura assolutamente replicabile del modello-Salcheto. “Gli investimenti che stiamo facendo – ha detto Manelli – consentiranno enormi risparmi sul lungo termine. Quello che quindi oggi rappresenta un costo, tra qualche tempo non solo sarà ammortizzato, ma permetterà di ottenere risparmi energetici e quindi economici rilevanti. Si tratta poi di un progetto che qualsiasi azienda vinicola può in maniera molto semplice riprodurre al proprio interno”.
Ci sembra estremamente importante che il nostro territorio torni a distinguersi con un'attività, come quella presentata, che coniuga l'innovazione con la qualità dei nostri prodotti tipici.
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