SIENA. L’Italia è il posto in cui si mangia bene ovunque. La cultura gastronomica è uno dei piatti forti del Bel Paese, letteralmente. Una delle regioni che offre di più sotto questo punto di vista è la Toscana.
Giusto per dare l’idea di ciò che rappresenta la tradizione enogastronomica in questa splendida regione, LeBron James è stato uno dei migliori giocatori della NBA e nel 2019 pubblicò una storia con il Brunello di Montalcino, vino prodotto in provincia di Siena.
Un altro fiore all’occhiello della città di Siena e dintorni, in particolare, sono i Ricciarelli, biscotti tipici di pasticceria dalla consistenza di mandorle targati IGP.
Quanto costano i Ricciarelli di Siena?
I Ricciarelli di Siena trovano la loro migliore collocazione a ridosso delle festività natalizie. È lì che scatta il loro momento, pronti ad invadere le tavole dei residenti toscani e non solo.
Ma la domanda che si fa un attento e scrupoloso consumatore è soprattutto questa: quanto costano? Il prezzo varia dai 10 euro dei 250 g fino ad arrivare ai 20 euro su prodotti di 500 g.
A questi deve necessariamente aggiungersi il prezzo di spedizione, lievitato se è fuori regione. A prescindere dal costo di riferimento, l’importante è che tali Ricciarelli, una volta comprati, siano conservati in un luogo fresco e non in frigo, altrimenti potrebbero facilmente rovinarsi nel sapore e nell’aspetto. Da servire in accompagnamento ad un buon vino rosso toscano.
Perché i Ricciarelli si chiamano così?
La storia dei Ricciarelli è ricca di grandi sfumature, a prescindere da dove la si guardi. Tuttavia, le sue origini traggono fondamento nel 300. Si narra che il nome si debba all’intuizione del cavaliere Ricciardetto Della Gherardesca, esponente di spicco di una delle antiche famiglie toscane più famose dell’epoca.
Tutto nasce dall’accostamento di questi dolci con la forma delle scarpe che si utilizzavano allora, dalla tipica punta arricciata. Da qui il termine Ricciarelli che ha fatto la fortuna della gastronomia locale e che presenta origini orientali, sviluppandosi subito dopo il ritorno dalle crociate orientali del cavaliere. Tutto ciò dà ancora più lustro e nobiltà a questa espressione culinaria toscana.
Quante calorie hanno i Ricciarelli?
Un’altra questione fondamentale da capire riguarda l’aumento calorico prodotto da questi biscotti. Si scopre che mediamente presentano più di 400 Kcal. Una base calorica considerevole, ma che può apportare numerosi benefici se sfruttata con moderazione.
Fanno molto bene al cuore e all’apparato circolatorio. Un dessert ideale dopo i pasti, ma anche a colazione. Per questo motivo sono consigliati a coloro che mettono in atto un certo tipo di dieta. Per chi è, invece, sovrappeso o diabetico sono assolutamente sconsigliati. Le proprietà nutrizionali di un Ricciarello di Siena, con un range di 60 g di carboidrati e 20 g di grassi, non attecchiscono alla salute più di tanto, anzi, ma l’importante è non esagerare in questo senso.
Quanto pesa un Ricciarello?
Il peso netto di un singolo Ricciarello di Siena può variare tra i 10 e i 30 g. La loro forma ovale non fa altro che agevolare ulteriormente questa leggerezza di fondo. Lo spessore è compreso tra i 13 e i 20 mm.
La produzione e il confezionamento abbracciano pressoché tutto il territorio di Siena. In Toscana, in generale, predomina questo tipo di prodotto. La consistenza morbida e non friabile lo rende perfetto da tenere tra le dita di una mano, senza doversi preoccupare di ricoprirsi di briciole.
La lavorazione dei Ricciarelli avviene tendenzialmente in luoghi considerati storici sul piano culturale e ambientale, come possono essere i conventi e le botteghe. Un tempo vi si ricavavano le spezie per dare quel tocco in più di sapore agli alimenti.
L’origine, dunque, denota una ricerca di un contatto con l’ambiente circostante ancora oggi molto presente e viva. Il centro storico di Siena, da questo punto di vista, si distingue in maniera particolare. Basta farci una visita e tutto sarà ancora più chiaro.
Esistono i Ricciarelli di Siena senza glutine?
I Ricciarelli di Siena senza glutine esistono eccome. Naturalmente richiedono una preparazione di fondo leggermente diversa. Le mandorle vanno ridotte in farina e versate in una ciotola con metà zucchero.
Entro un paio di minuti si fa sciogliere la metà dello zucchero con due cucchiaini d’acqua. Tutto ciò in un pentolino a fuoco lento. Versare lo sciroppo nella farina di mandorle e mescolarlo ad amido, lievito, albume e buccia d’arancia grattugiata.
Il composto viene messo a riposo in frigo per circa 12 ore. Mettere in circolo l’amido di mais sulle varie forme composte, da ripartire in tante piccole porzioni da 20 g circa. Una volta assegnata la forma ovale ad ognuna di loro su un piano di carta forno, utilizzare al massimo 3 mm di zucchero a velo. Inserire in forno e lasciare il tutto per circa 12 minuti a 170°.
Se i bordi sono di un colore dorato, vuol dire che è stata raggiunta la giusta morbidezza, oltre alla giusta consistenza associata ad una certa operazione di raffreddamento. I Ricciarelli senza glutine possono essere conservati in un’apposita scatole per circa una settimana. Dunque, tornano utili in qualsiasi momento ed occasione post-datati.