La firma domani durante l'inaugurazione della tappa toscana del Girolio del Ventennale
SIENA. Quando il paesaggio diventa una leva competitiva per i territori di origine delle eccellenze agroalimentari. Questo – unitamente alla firma di un protocollo di intesa tra Città dell’Olio e Lega Pesca per valorizzare non solo il connubio tra due tra eccellenze del made in Italy come olio e pesce, ma anche il consumo responsabile e la cultura enogastronomica dei territori promuovendo una sana alimentazione ispirata ai principi della Dieta Mediterranea – sarà uno dei temi che saranno trattati domani 28 novembre a Monteriggioni (SI) in occasione del focus group “Il brand Italia: dal paesaggio alle eccellenze olivicole” che inaugurerà di fatto la tappa toscana del Girolio d’Italia del Ventennale, evento clou dei festeggiamenti per i primi venti anni di attività dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, organizzatrice della kermesse in collaborazione con i coordinamenti regionali.
“La firma del Protocollo, che arriva a quasi un decennio di distanza dalle prime forme di collaborazione tra olivicoltori e pescatori avviate in Liguria – premette Ettore Ianì Presidente di LegaPesca – rappresenta molto di più che un semplice salto di qualità della collaborazione tra le due Associazioni a livello nazionale. Sul tappeto vi sono anche e soprattutto le grandi potenzialità sottese alla attivazione di sinergie tra i progetti europei che vedono coinvolte le due Associazioni: da una parte Med Diet, di cui ANCO è partner, per la promozione e valorizzazione della Dieta Mediterranea, dall’altra Ready Med Fish di cui è capofila Lega Pesca, volto a dare respiro mediterraneo alla sfida sulla multifunzionalità dell’impresa di pesca, come occasione di nuova imprenditorialità, giovanile e femminile, e nuova occupazione che può giungere da un mestiere antico e millenario come la piccola pesca artigianale”.
Tornando al paesaggio, i continui esempi di dissesto idrogeologico che procurano ogni anno danni per milioni di euro, rappresentano sotto certi aspetti il campanello d’allarme di quanto in realtà sia importante e – purtroppo – sottovalutata la necessità del mantenimento in buono stato dei terreni agricoli per la conservazione del paesaggio stesso che può essere, al di là del suo apporto produttivo, un importante volano di sviluppo economico anche in ambito turistico. Ad analizzare il fenomeno, sarà soprattutto Mauro Agnoletti, Professore Associato di Assestamento forestale e selvicoltura al Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze: “Il paesaggio – premette Agnoletti – rappresenta non solo un fattore estetico-percettivo, ma un “valore aggiunto” non riproducibile dalla concorrenza, in grado di svolgere la funzione di volano economico per il territorio ed i sistemi produttivi ad esso collegati, oggi minacciati dalla globalizzazione dei mercati e dalla perdita di competitività di vaste aree produttive. Da questo punto di vista appaiono fondamentali non solo il ruolo dell’identità storica come fattore di competitività, ma anche del restauro e della pianificazione del paesaggio, per abbinare la qualità dei prodotti all’attrattività dei luoghi di produzione”. Secondo l’esperto, infatti, appare urgente impostare strategie di mercato in grado di rendere palese il rapporto fra paesaggio e prodotto ed avviare una offerta integrata di prodotti e servizi in grado di attrarre un consumo ed un turismo di qualità, sviluppando l’identità competitiva dei luoghi di produzione. “L’Istituzione dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale Presso il MIPAAF e del Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici e delle Pratiche Agricole Tradizionali – continua – intende sostenere e promuovere aree agricole che abbiano conservato caratteri di unicità abbinati a produzioni di qualità. Molti paesaggi olivicoli italiani hanno tali caratteristiche e il registro intende proporre un sistema di certificazione che sposti l’attenzione dal solo prodotto o da una generica area di produzione, spesso legati a fattori prevalentemente ambientali, sul concetto di valore bioculturale associato alle forme del paesaggio rurale”.
Quello del marketing territoriale per le aree olivetate è un tema su cui si è già espresso più volte anche Carlo Cambi, giornalista enogastronomico e autore di varie guide dedicate a ricette, prodotti tipici e ristoranti, il quale ci tiene a sottolineare come la necessità di contrastare un modello di agricoltura quantitativa per l’olivicoltura italiana sia esiziale: “La scommessa non è quella di produrre di più a costi più bassi, ma di produrre meglio a valore più alto. Per fare questo è indispensabile aggiungere all’extravergine di oliva anche il valore territoriale dei luoghi di origine, valorizzandolo con elementi di riconoscibilità e affiancandogli un turismo fatto di percezione totale del valore della ruralità”.
Paolo Massobrio, giornalista enogastronomico, organizzatore di eventi enogastronomici di prodotti di qualità in vari territori afferma che ‘L’architettura agricola e’ un patrimonio inestimabile per il nostro Paese e questo alla vigilia dell’Expo rappresenta una straordinaria attrattiva di cui ancora non si ha piena coscienza. Sono i paesi, i valori identitari delle comunità, la concezione della cucina italiana che ha un legante nell’olio, prodotto rappresentativo dell’Italia e della dieta mediterranea, gli ingredienti di quella che viene identificata come esperienza concreta di Nutrire il Pianeta Energia per la vita. I nostri paesaggi rappresentano dunque l’allestimento naturale di un grande fuori Expo che coinvolgerà le città dell’olio. Bisogna crederci”
Paesaggio quindi da valorizzare attraverso forme di turismo esperienziale, che cresce esponenzialmente sulla spinta della curiosità di andare a scoprire in prima persona dove nascono le eccellenze agroalimentari che molti avvicinano per la prima volta attraverso la ristorazione. Una di queste è proprio l’olio extravergine di oliva come sottolinea anche Antonio Giovanni Cocco, direttore generale ISNART-Ristoranti italiani nel mondo, anticipando qualche dato di quelli che presenterà durante l’incontro: “La rete dei ristoranti italiani certificati da Ospitalità Italiana nel nostro paese conta circa 6.700 aziende, ma non deve essere trascurato il dato relativo al resto del mondo: 1.700 ristoranti in 50 paesi che richiamano ogni anno oltre 70 milioni di clienti. Un grande asset per l’Italia perché consente di aprire i mercati a piccoli produttori, promuovere i principi della Dieta Mediterranea, supportare i grandi eventi come Expo 2015 e proteggere le tradizioni e i prodotti italiani. Uno di questi prodotti è senza dubbio l’olio extravergine di oliva”.
Sempre domani a Siena, parte anche il calendario degli eventi del Girolio che coinvolgono la città, con banchi d’assaggio ospitati da 20 ristoranti e 17 negozi no food, corsi di assaggio per adulti e bambini, la presentazione di due importanti guide gastronomiche – il Mangiarozzo di Carlo Cambi e il Golosario di Paolo Massobrio – e l’Assemblea dei soci delle Città dell’Olio, per la quale sono attesi i rappresentanti di 350 enti territoriali di tutta Italia aderenti all’Associazione. A Siena in contemporanea si terrà poi anche il primo raduno ufficiale dell’Associazione Italiana Food Blogger, protagonista tra le altre cose, di uno show cooking con la Presidente Pellegrino e lo Chef Filippo Saporito al Consorzio Agrario.