MONTALCINO. Valérie Lavigne, 43 anni, una vita dedicata alla ricerca all'Università di Bordeaux e un'attività di enologa consulente insieme a Denis Dubordieu e Christophe Olivier in alcune delle più importanti cantine del mondo come gli Châteaux d'Yquem, Margaux e Cheval Blanc.
Il nome di Valerie Lavigne, bella e giovane signora con figli, compare nei manuali, a fianco di "mostri sacri" del calibro di Ribereau-Gayon e Glories, in 40 conferenze scientifiche e nella didattica universitaria.
Nella cantina Casato Prime Donne di Montalcino di Donatella Cinelli Colombini, la prima in Italia con un organico tutto femminile, tirerà le fila del lavoro svolto quotidianamente dall'enotecnico Barbara Magnani e dalle cantiniere. Si completa, dunque, il progetto "Prime Donne" nato per dimostrare le capacità del "sesso debole" nel mondo del vino e poi divenuto un simbolo della migliore enologia al femminile.
Nel Casato Prime Donne e nell'altra azienda di Donatella Cinelli Colombini, la Fattoria del Colle di Trequanda, sono in corso, da alcuni anni, sperimentazioni sulla maturazioni aromatica dell'uva Sangiovese, sull'antico vitigno Foglia Tonda e su alcuni lieviti autoctoni del Brunello (con i laboratori Oliver Ogar) per i quali è stata costruita una innovativa tinaia immersa nei vigneti. Le tre sperimentazioni rispecchiano la strategia di "ritorno al terroir " che Donatella Cinelli Colombini e la sua cantiniera Barbara Magnani intendono percorrere con l'aiuto di Valérie Lavigne per dare al vino un'impronta sempre più identitaria.
“Esistono centinaia di ottimi vini nel mondo e il nostro Brunello deve essere fra questi – dice Donatella Cinelli – ma non basta, deve dare emozioni, deve raccontare la nostra terra, a qualunque costo deve trasmettere un profilo distintivo toscano”.
Il simbolo del progetto al femminile di Donatella è il Brunello "Prime Donne" un vino rosso a grande invecchiamento fatto da donne e destinato alle donne. Viene selezionato da un panel di grandissime assaggiatrici: la Master of Wine Maureen Ashley, l'enotecaria di Stoccarda Astrid Schwarz, la presidente dei sommelier di Roma Daniela Scrobogna e la PR italo – americana Marina Thompson.
L'aspetto più culturale del progetto "Prime Donne" è il Premio che ogni anno viene assegnato a studiosi, giornalisti e fotografi ma soprattutto a una donna che è di esempio o di aiuto alle altre donne. Fra le vincitrici degli ultimi anni Kerry Kennedy paladina dei diritti umani, Frances Mayes autore del libro Under the tuscan sun, l'olimpionica di canoa Josefa Idem e la virologa Ilaria Capua a cui si devono scoperte fondamentali relativamente alle influenze aviaria e suina.
Questa è la cornice dove Valérie Lavigne è chiamata a operare con l'obiettivo di produrre vini di assoluta eccellenza nel pieno rispetto della natura e della tradizione locale.
Il nome di Valerie Lavigne, bella e giovane signora con figli, compare nei manuali, a fianco di "mostri sacri" del calibro di Ribereau-Gayon e Glories, in 40 conferenze scientifiche e nella didattica universitaria.
Nella cantina Casato Prime Donne di Montalcino di Donatella Cinelli Colombini, la prima in Italia con un organico tutto femminile, tirerà le fila del lavoro svolto quotidianamente dall'enotecnico Barbara Magnani e dalle cantiniere. Si completa, dunque, il progetto "Prime Donne" nato per dimostrare le capacità del "sesso debole" nel mondo del vino e poi divenuto un simbolo della migliore enologia al femminile.
Nel Casato Prime Donne e nell'altra azienda di Donatella Cinelli Colombini, la Fattoria del Colle di Trequanda, sono in corso, da alcuni anni, sperimentazioni sulla maturazioni aromatica dell'uva Sangiovese, sull'antico vitigno Foglia Tonda e su alcuni lieviti autoctoni del Brunello (con i laboratori Oliver Ogar) per i quali è stata costruita una innovativa tinaia immersa nei vigneti. Le tre sperimentazioni rispecchiano la strategia di "ritorno al terroir " che Donatella Cinelli Colombini e la sua cantiniera Barbara Magnani intendono percorrere con l'aiuto di Valérie Lavigne per dare al vino un'impronta sempre più identitaria.
“Esistono centinaia di ottimi vini nel mondo e il nostro Brunello deve essere fra questi – dice Donatella Cinelli – ma non basta, deve dare emozioni, deve raccontare la nostra terra, a qualunque costo deve trasmettere un profilo distintivo toscano”.
Il simbolo del progetto al femminile di Donatella è il Brunello "Prime Donne" un vino rosso a grande invecchiamento fatto da donne e destinato alle donne. Viene selezionato da un panel di grandissime assaggiatrici: la Master of Wine Maureen Ashley, l'enotecaria di Stoccarda Astrid Schwarz, la presidente dei sommelier di Roma Daniela Scrobogna e la PR italo – americana Marina Thompson.
L'aspetto più culturale del progetto "Prime Donne" è il Premio che ogni anno viene assegnato a studiosi, giornalisti e fotografi ma soprattutto a una donna che è di esempio o di aiuto alle altre donne. Fra le vincitrici degli ultimi anni Kerry Kennedy paladina dei diritti umani, Frances Mayes autore del libro Under the tuscan sun, l'olimpionica di canoa Josefa Idem e la virologa Ilaria Capua a cui si devono scoperte fondamentali relativamente alle influenze aviaria e suina.
Questa è la cornice dove Valérie Lavigne è chiamata a operare con l'obiettivo di produrre vini di assoluta eccellenza nel pieno rispetto della natura e della tradizione locale.