Giovedì 29 settembre ore 19, in piazza Spartaco Lavagnini, la presentazione all’interno del Food Festival
COLLE DI VAL D’ELSA. Si prepara sul finire di settembre, lessando la guancia del maiale, bucandone la pelle per verificare che il livello di cottura sia quello sperato, estraendola e, ancora calda, cospargendola di spezie secondo la ricetta. Sarà presentato giovedì 29 settembre (ore 19) in piazza Spartaco Lavagnini il progetto di valorizzazione della Gota cotta, specialità culinaria della tradizione di Colle di Val d’Elsa, sapientemente elaborata dai macellai colligiani. Il progetto sarà presentato dall’associazione Equilibrio, in collaborazione con Pro Loco e Amministrazione Comunale, all’interno di Food Festival dove possibile gustare la Gota Cotta dal 29 settembre al 2 ottobre.
Aglio, sale, pepe, finocchio, ginepro e chissà cos’altro. In molti attribuiscono il merito di questa gustosa ricetta ad Angiolino Gozzi, noto treccone di Montecastelli che trasferitosi a Colle iniziò nei primi anni 50′ la produzione di questa originale primizia del maiale. Senza un motivo specifico la Gota cotta non si è tramandata altrove, ma è rimasta custodita per generazioni, diventando un fedele simbolo gastronomico colligiano. “L’enogastronomia ha una grande importanza per il nostro territorio, sia dal punto di vista culturale che dello sviluppo turistico, pertanto fin dall’inizio del mandato abbiamo cercato di valorizzare la Gota cotta colligiana come prodotto tipico e identitario, prodotto unicamente dai macellai della città Colle di Val d’Elsa, – sottolinea Cristiano Bianchi, assessore al turismo e alla cultura.
Quest’anno finalmente, grazie alla sinergia con Equilibrio APS e Pro Loco, al supporto dei macellai colligiani, e all’aiuto fondamentale dello chef Samuele Bravi, siamo arrivati ad un primo piccolo evento di lancio del progetto di valorizzazione di questo prodotto. Il primo passo di questo progetto è infatti il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini colligiani, che potranno riscoprire e assaggiare questo prodotto tradizionale” conclude Bianchi.