BETTOLLE. E’ sembrato uno scherzo, ma il giorno dell’inaugurazione de “La Valle del Gigante Bianco”, la rassegna dedicata alla più famosa razza italiana da venerdì 28 a domenica 30 maggio con sfide culinarie, spettacoli e incontri da parte degli Amici della Chianina si sono fatti vivi anche i grandi amici dell’animale.
C’è stato un misterioso volantinaggio di chi, probabilmente un gruppo animalista-ambientalista, non desidera vedere l’animale arrivare in tavola ma pascolare beato nei prati. Molte famiglie bettolline hanno trovato nella loro buca delle lettere un curioso “Test dell’”Amicizia”!!! che ironizza appunto sul rapporto “consumistico” con l’animale, introdotto da una foto molto “cruda” del capo di un animale macellato, una frase di di Franz Kafka (“Ora posso guardarti negli occhi…Non ti mangio più”) e un disegno di vita campestre tipo tutti “vissero felici e contenti” con l’animale in compagnia dell’uomo. Il test comprendeva 6 domande: 1) Sai cosa succede dal momento in cui sfilano “le chianine” per le strade a quello che ti gusti i loro corpi nel piatto? 2) sai che il consumo di carne ci sta consumando? 3) sai che proprio come te tutti gli altri Animali sentono il dolore, temono la paura, cercano affetto? 4) Sai che cibarsi di carne e derivati non è sostenibile? 5) Sai perché costa tanto? 6) Sai perché i vegetariani vivono più a lungo?
Il volantino non era firmato, il questionario non andava restituito in quanto mancante di un indirizzo, tuttavia non ha mancato di creare un fremito di gelo elencando i possibili danni alla salute (“Le cosiddette malattie moderne sono strettamente vincolate a un consumo eccessivo di carne e derivati…”) e all’ambiente (“per una bistecca da 1 chilo occorrono circa 15 kg di cereali a 100 mila litri d’acqua…”) Bisogna però rimarcare l’espressione riguardante un “consumo eccessivo”, ma ricordare anche che questa carne è frutto di un disciplinare ferreo, con controlli frequenti ed eventuali pesantissime multe da parte della polizia Annonaria e delle Fiamme Gialle non solo per la qualità ma anche la tracciabilità, in quanto gli allevamenti sono concentrati in sole poche zone.
Per la “povera” Chianina davvero non c’è pace. Tornata sulla tavola dopo la vicenda di “mucca pazza” l’anno scorso molti scrittori di gastronomia storsero il naso, perché proprio a Bettolle si volle far diventare cibo da strada e venne servita nel panino tritata, come il classico hamburger. Quest’anno però è in buona compagnia nel menu con altri cibi che si tendono a mettere all’indice, il Lampdredotto fiorentino, la trippa montalcinese, fegato e rognone. E caso mai ci fosse qualche dubbio, sabato 29 maggio viene fugato nel convegno “Chianina è salute”, che celebra la figura di Ezio Marchi che selezionò questa razza e il cui busto in bronzo si staglia nella piazza dove passò Giuseppe Garibaldi, che mangiava poco ed era completamente astemio e aveva problemi di reumatismi curati con le terme e una pappina rossa dalla quale un grande cuoco locale, Opera-Teatro del Gusto, famoso per la bontà della sua Chianina (e in questi giorni meta di pellegrinaggio), che richiede mani esperte per la salatura per non indurire la carne in cottura, ha dedicato una marmellata. Che si chiama, appunto, “Il segreto di Garibaldi”.
C’è stato un misterioso volantinaggio di chi, probabilmente un gruppo animalista-ambientalista, non desidera vedere l’animale arrivare in tavola ma pascolare beato nei prati. Molte famiglie bettolline hanno trovato nella loro buca delle lettere un curioso “Test dell’”Amicizia”!!! che ironizza appunto sul rapporto “consumistico” con l’animale, introdotto da una foto molto “cruda” del capo di un animale macellato, una frase di di Franz Kafka (“Ora posso guardarti negli occhi…Non ti mangio più”) e un disegno di vita campestre tipo tutti “vissero felici e contenti” con l’animale in compagnia dell’uomo. Il test comprendeva 6 domande: 1) Sai cosa succede dal momento in cui sfilano “le chianine” per le strade a quello che ti gusti i loro corpi nel piatto? 2) sai che il consumo di carne ci sta consumando? 3) sai che proprio come te tutti gli altri Animali sentono il dolore, temono la paura, cercano affetto? 4) Sai che cibarsi di carne e derivati non è sostenibile? 5) Sai perché costa tanto? 6) Sai perché i vegetariani vivono più a lungo?
Il volantino non era firmato, il questionario non andava restituito in quanto mancante di un indirizzo, tuttavia non ha mancato di creare un fremito di gelo elencando i possibili danni alla salute (“Le cosiddette malattie moderne sono strettamente vincolate a un consumo eccessivo di carne e derivati…”) e all’ambiente (“per una bistecca da 1 chilo occorrono circa 15 kg di cereali a 100 mila litri d’acqua…”) Bisogna però rimarcare l’espressione riguardante un “consumo eccessivo”, ma ricordare anche che questa carne è frutto di un disciplinare ferreo, con controlli frequenti ed eventuali pesantissime multe da parte della polizia Annonaria e delle Fiamme Gialle non solo per la qualità ma anche la tracciabilità, in quanto gli allevamenti sono concentrati in sole poche zone.
Per la “povera” Chianina davvero non c’è pace. Tornata sulla tavola dopo la vicenda di “mucca pazza” l’anno scorso molti scrittori di gastronomia storsero il naso, perché proprio a Bettolle si volle far diventare cibo da strada e venne servita nel panino tritata, come il classico hamburger. Quest’anno però è in buona compagnia nel menu con altri cibi che si tendono a mettere all’indice, il Lampdredotto fiorentino, la trippa montalcinese, fegato e rognone. E caso mai ci fosse qualche dubbio, sabato 29 maggio viene fugato nel convegno “Chianina è salute”, che celebra la figura di Ezio Marchi che selezionò questa razza e il cui busto in bronzo si staglia nella piazza dove passò Giuseppe Garibaldi, che mangiava poco ed era completamente astemio e aveva problemi di reumatismi curati con le terme e una pappina rossa dalla quale un grande cuoco locale, Opera-Teatro del Gusto, famoso per la bontà della sua Chianina (e in questi giorni meta di pellegrinaggio), che richiede mani esperte per la salatura per non indurire la carne in cottura, ha dedicato una marmellata. Che si chiama, appunto, “Il segreto di Garibaldi”.