Altri abbinamenti tra personaggi e vini
SIENA. Il perdurare violento di calura mediterranea e relativi anti-cicloni delle Azzorre mi ha consentito, per pura inerzia fisica, di concludere con altri tre protagonisti la galleria di accostamenti enopolitici iniziata alcuni giorni fa. Vi auguro una lettura un po’ rinfrescante.
Giorgio Napolitano: ideale vino da lungo invecchiamento e meditazione, come lo sono tutti i grandi Sherry millesimati. E’ disponibile sia nella versione “oloso” ( cioè amabile), così chiamata per il ricco residuo zuccherino, che in quella “dry” , decisamente più secca e nervosa. Del primo tipo abbiamo gustato numerose varianti in occasione di convegni, inaugurazioni, eventi luttuosi, commemorazioni. Del secondo ne abbiamo apprezzato, specie in questo ultimo anno, il nerbo deciso e la forte fibra negli interventi e nelle reprimende alle peggiori espressioni della nostra politica.
Pier Ferdinando Casini: c’è un famoso vitigno che si identifica perfettamente con la sua ormai consolidata mobilità varietale e molteplicità di espressioni. Si tratta del Pinot. PierFregoli intende sottolineare la sua vicinanza alla Chiesa ed ai valori della famiglia? Eccovi pronto un Pinot Bianco in versione “Buttiglione” da 3 litri. Vuole mostrarsi più attento alle urgenti esigenze democratiche ed alle nuove pulsioni della società? Nessun problema, c’è il Pinot Nero, disponibile sia nella versione trentino-degasperiana più sobria e profumata, che in quella più corposa e terragna delle colline tosco-emiliane. Si sta forse allontanando un po’ troppo dal solco tradizionale e l’elettorato è un po’ confuso? Facilissimo: Pier Fregoli vinifica il Pinot Nero “in rosato”. Ne uscirà un Rosé spumante, adatto per tutti.
Nicky Vendola: Il vitigno Primitivo/Zinfandel è oggi conosciuto nel mondo vinicolo con questi due nomi diversi. Ha infatti una doppia nazionalità ed una doppia residenza: una pugliese e l’altra californiana. Si tratta di un vitigno nuovo ed antico allo stesso tempo. E’ divenuto internazionalmente famoso nella versione della California, dove, una volta esaurita l’infatuazione per il Cabernet Sauvignon, lo Chardonnay ed il Merlot, resiste impavido , con il suo nome Zinfandel, al trascorrere delle mode. I Californiani lo hanno sempre considerato il vitigno autoctono per antonomasia . Solo che recenti analisi del suo DNA hanno rivelato, senza ombra di dubbio, la sua antica origine pugliese. Un po’ Zin e un po’ Prim, il nostro Nicky sa muoversi a suo agio, oscillando senza apparenti esitazioni tra i toni visionari, neo- kennedyani da terra promessa e le espressioni più autoctone, adatte ai meandri spesso male olenti della politica locale pugliese.