MONTALCINO. Dal 9 giugno le autorità statunitensi intendono bloccare le importazioni di tutte le bottiglie di Brunello di Montalcino che non presentino una dichiarazione ufficiale del governo italiano "a dimostrazione che il prodotto sia fatto con il 100% di uva Sangiovese". Il provvedimento, annunciato in una lettera del Dipartimento del Tesoro Usa, è arrivato in seguito all’apertura dell'inchiesta della procura di Siena su alcune aziende vinicole. L'accusa è di aver prodotto il vino non solo con il sangiovese – unica uva ammessa dal disciplinare – ma anche, per il 10-20%, altri vitigni come merlot, cabernet sauvignon, petit verdot e syrah. Secondo la nota si tratta di "una frode per il consumatore americano" e rinnova la richiesta, già più volte fatta senza risultato, di ottenere dall’Italia una lista precisa delle aziende vinicole indagate. "Dal momento che ci avrete fornito la lista dei produttori, marchi e vendemmie coinvolte, potremmo resrestringere le nostre richieste di non distribuzione al Cbp solo a quei marchi e vendemmie".
I rappresentanti dei produttori italiani riconoscono le disastrose conseguenze che il provvedimento statunitense rappresenta per il mercato del Brunello, ma sostengono che sia impossibile fornire una lista ufficiale degli indagati alle autorità americane. Anche se il presidente Marone Cinzano aveva ammesso di essersi visto sequestrare la produzione dell’annata 2003 assieme a quella delle aziende Frescobaldi, Villa Banfi, Argiano e Antinori.
"In termini economici, è un danno fra i 20 e i 30 milioni di euro. Ma il danno di immagine è incalcolabile. Il timore è che altri paesi possano segu ire gli Stati Uniti – ha detto Stefano Campatelli, direttore del Consorzio -. Il problema fondamentale è che il consorzio non è in grado di fornire l’elenco delle aziende richiesto dalle autorità statunitensi perché è in mano alla procura di Siena che non ha fatto alcuna comunicazione ufficiale". Per quanto riguarda le analisi di laboratorio richieste dalle autorità statunitensi per permettere l’ingresso del Brunello, Campatelli sostiene che siano difficili da ottenere una volta che il vino è stato imbottigliato, come confermato da esperti del settore: "Non ci sono mezzi analitici che possono stabilire con certezza che in quel vino, invece di esserci solo del sangiovese, c’è anche del merlot o del cabernet. Non esiste un’analisi ufficiale".
Il solo modo per stabilire se il produttore si attiene al disciplinare è andare a vedere sul territorio. Un compito che spetta proprio al Consorzio che, dal 2004, compie verifiche annuali sul 20% dei vitigni.