Negli Usa il vino italiano cresce con percentuali a due cifre
di Gianfranco Campione
Al secondo posto c’è la Francia, nostra storica rivale, con il 25,6% in valore e il 10,3% in volume. Segue l’Australia con il 12% e il 18,4%, l’Argentina con il 6,8% e il 10,7% e la Spagna con il 6,2% e il 7,6%. Questi sono i dati cumulativi della voce doganale “vino”, la quale comprende i vini da pasto o quelli spumanti in bottiglia più i vini sfusi.
Se esaminiamo separatamente la categoria dei vini da pasto imbottigliati, il predominio dei nostri vini è ancora più evidente perché raggiunge, in valore, una quota di mercato di oltre il 34%, mentre la Francia scende dal 25,6% al 18,9%. Nella categoria dei soli vini spumanti, la situazione è più complessa. Qui la Francia, per ovvi motivi (lo Champagne), guida la classifica dei vini in valore (67,6%), seguita dall’Italia con il 21,50%. Se invece consideriamo le quantità importate, è di nuovo l’Italia a prevalere con una percentuale del 41,7%, seguita dalla Francia con il 31,6% e dalla Spagna con circa il 20%.
Il fenomeno di crescita dei vini spumanti è , in realtà, ancora più tumultuoso di quello dei vini da pasto. Pensate che in questi nove mesi la categoria è cresciuta, in valore e quantità, di circa il 43% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Merito soprattutto di tre vini: il Prosecco, il Moscato d’Asti e il Lambrusco. Gli importatori americani sono concordi nel ritenere che nessun altro paese al mondo produce vini spumanti con un rapporto prezzo/qualità paragonabile a quello degli Italiani.
Certo, ci sono anche dei lati meno positivi da considerare. Per esempio, dopo 2-3 anni di forte calo, solo adesso cominciano ad apparire dei segnali di ripresa nella ristorazione. I clienti fanno però molta attenzione al rapporto prezzo/qualità, che è sempre più l’elemento chiave per sopravvivere in quel mercato.
Nelle vendite al dettaglio, la categoria più affollata è quella dei vini che non superino i 15 dollari di prezzo. Quelli tra i 15 ed i 30 dollari sono spesso oggetto di sconti o promozioni, per spingere i consumatori a superare il limite psicologico dei 15 dollari. I vini da 30 dollari ed oltre mantengono il loro mercato, costituito da esperti e appassionati, a condizione però di avere acquisito una solida notorietà o di avere ottenuto prestigiosi punteggi o recensioni molto favorevoli nelle guide e riviste specializzate.