SAN GIMIGNANO. Brunello, Nobile, Vernaccia: i più noti vini della Toscana sono sotto inchiesta. "Il nostro consorzio non ha gli strumenti per fare un controllo della produzione dalla vigna alla cantina sulle aziende socie e per questo non abbiamo vie ufficiali per venire a conoscenza di eventuali controlli da parte della magistratura", afferma Luca Panizzi, presidente del Consorzio di tutela della Vernaccia di San Gimignano docg e del San Gimignano Rosso doc, dopo gli accertamenti effettuati dalla magistratura in una cantina socia, per frode in commercio: gli inquirenti sospettano che siano stati usati trucioli per accelerare l’invecchiamento.
"Il consorzio – aggiunge Panizzi – non ha ancora ricevuto dal Ministero delle politiche agricole l’incarico ’erga omnes’, necessario per attuare il piano dei controlli a tutta la filiera produttiva dei vini Doc. Reputiamo questo incarico fondamentale per la difesa e tutela di ogni vino a denominazione, per questo abbiamo già presentato la domanda con tutta la relativa documentazione ed entro breve dovremmo ottenere l’incarico». Panizzi ha evidenziato che «i soci non sono obbligati a comunicare i controlli subiti» e che "la magistratura non chiede chiarimento sui controlli effettuati dal Consorzio, semplicemente perchè non abbiamo l’autorità per effettuarli».