CHIANTI. In attesa di una ripresa globale dell’economia e, di conseguenza, di prezzi di mercato più remunerativi, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Chianti Classico ha deciso di ridurre l’immissione di Chianti Classico sfuso sul mercato già a partire dalla prossima campagna vendemmiale, avvalendosi di una misura di stabilizzazione prevista dall’articolo 67 del regolamento Ce n. 479/2008 della nuova OCM vino, il cosiddetto “blocage”. La misura, già adottata in passato da altre zone vitivinicole e in particolare dallo Champagne, prevede la regolazione dell’offerta attraverso una riduzione temporanea del prodotto di annata da immettere sul mercato, in modo da non comprometterne le quotazioni. Il confronto fra Consorzio e organi istituzionali, su questo particolare aspetto, è stato molto positivo tanto che la Regione Toscana si è dichiarata disponibile a mettere a punto in tempi rapidissimi uno strumento legislativo per l’applicazione del provvedimento.
“La crisi finanziaria, unitamente al cambio euro/dollaro per noi particolarmente svantaggioso, ci ha imposto una riflessione su quali strumenti adottare per stabilizzare il mercato; – commenta il Presidente del Consorzio, Marco Pallanti – a nostro vantaggio abbiamo le ultime cinque annate, dal 2004 al 2008, che hanno regalato al Chianti Classico delle vendemmie di ottima qualità e l’andamento climatico di quest’anno ci fa prevedere anche un 2009 in linea con le annate precedenti. Proprio per questo motivo il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Vino Chianti Classico ha deciso di non optare per una riduzione delle rese, che prevede una perdita tout court di prodotto, ma ha voluto comunque intervenire in difesa del proprio mercato.”
Lo strumento del blocco delle vendite riguarderà il 20% della produzione di Chianti Classico 2009 che non potrà essere commercializzata, e quindi dovrà rimanere presso il produttore per un periodo di 24 mesi a partire dalla data della delibera regionale. Il blocage sarà tuttavia uno strumento flessibile poiché il Consorzio, in quanto soggetto proponente, potrà in qualsiasi momento, anche prima della scadenza dei due anni, chiederne la cessazione totale e parziale.
“Questa misura comporta naturalmente uno sforzo economico da parte di tutti i produttori – conclude Pallanti – sforzo che potrebbe in alcuni casi risultare particolarmente oneroso se non venisse sostenuto dall’intervento del sistema bancario a copertura della mancata liquidità derivante dall’immobilizzazione del prodotto. Per questo motivo il Consorzio si è attivato per trovare presso i migliori istituti di credito operanti sul territorio vantaggiose forme di finanziamento al fine di sostenere i costi di stoccaggio di ciascuna azienda. A mio avviso questo rappresenta un buon esempio di come un positivo rapporto tra banche e imprese possa contribuire allo sviluppo della nostra economia, specialmente nei momenti più difficili.”
“La crisi finanziaria, unitamente al cambio euro/dollaro per noi particolarmente svantaggioso, ci ha imposto una riflessione su quali strumenti adottare per stabilizzare il mercato; – commenta il Presidente del Consorzio, Marco Pallanti – a nostro vantaggio abbiamo le ultime cinque annate, dal 2004 al 2008, che hanno regalato al Chianti Classico delle vendemmie di ottima qualità e l’andamento climatico di quest’anno ci fa prevedere anche un 2009 in linea con le annate precedenti. Proprio per questo motivo il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Vino Chianti Classico ha deciso di non optare per una riduzione delle rese, che prevede una perdita tout court di prodotto, ma ha voluto comunque intervenire in difesa del proprio mercato.”
Lo strumento del blocco delle vendite riguarderà il 20% della produzione di Chianti Classico 2009 che non potrà essere commercializzata, e quindi dovrà rimanere presso il produttore per un periodo di 24 mesi a partire dalla data della delibera regionale. Il blocage sarà tuttavia uno strumento flessibile poiché il Consorzio, in quanto soggetto proponente, potrà in qualsiasi momento, anche prima della scadenza dei due anni, chiederne la cessazione totale e parziale.
“Questa misura comporta naturalmente uno sforzo economico da parte di tutti i produttori – conclude Pallanti – sforzo che potrebbe in alcuni casi risultare particolarmente oneroso se non venisse sostenuto dall’intervento del sistema bancario a copertura della mancata liquidità derivante dall’immobilizzazione del prodotto. Per questo motivo il Consorzio si è attivato per trovare presso i migliori istituti di credito operanti sul territorio vantaggiose forme di finanziamento al fine di sostenere i costi di stoccaggio di ciascuna azienda. A mio avviso questo rappresenta un buon esempio di come un positivo rapporto tra banche e imprese possa contribuire allo sviluppo della nostra economia, specialmente nei momenti più difficili.”