SIENA. Meno costi, più semplificazione, riorganizzazione dei Consorzi di tutela, difesa della qualità, valorizzazione delle denominazione d’origine. Sono questi i “punti-cardine” della proposta della Cia per rilanciare e potenziare il vino italiano sia livello nazionale che nel mondo. Aspetti che sono stati evidenziati durante il “Forum” promosso oggi a Siena, presso l’Enoteca Italiana, durante il quale è stato affrontato, appunto, il tema “Vino: rinnovare i Consorzi di tutela, rafforzare il sistema dei controlli”, con la presenza del presidente della Cia nazionale Giuseppe Politi. Il presidente della Cia di Siena, Roberto Bartolini, durante i lavori ai quali hanno partecipato numerosi esponenti delle istituzioni, del mondo vitivinicolo ed economico, ha messo l’accento sulla necessità di un forte rinnovamento nelle funzioni (programmazione produttiva, promozione, marketing) nell’organizzazione, nel sistema di governance dei Consorzi di tutela.
"Si tratta – ha detto Bartolini – di valutare eventuali interventi legislativi o se è sufficiente fare riferimento all’esistente relativo alle Dop e Igp (legge 526/99, ecc.). In ogni caso, la Cia nazionale lancia una vera e propria campagna su tutto il territorio per la riorganizzazione dei Consorzi, a partire dal ruolo e dal peso degli agricoltori. L’obiettivo di fondo rimane quello di farne degli strumenti interprofessionali".
Per quanto concerne i sistemi di controllo, nel corso del “Forum” di Siena – aperto dal presidente della Cia Toscana Giordano Pascucci – sono state messe in risalto la sovrabbondanza e la sovrapposizione delle procedure e degli adempimenti da parte degli agricoltori, delle cantine. Occorre, pertanto, una maggiore semplificazione e un valido snellimento, anche per ridurre i costi che alla fine pesano sui produttori vitivinicoli. In questo contesto, possono avere un ruolo importante sia gli Enti locali che le Camere di Commercio.
Per quanto riguarda, invece, le denominazione d’origine, nell’incontro Cia è stato ribadito che è un aspetto importante e va, quindi, assolutamente tutelato. In questo modo non si valorizza solo il territorio, ma anche il “sapere, saper fare” dei produttori. Sempre in questo ambito, va affrontato in maniera adeguata il problema della certificazione delle Dop e Igp (Docg, Doc, Igt). Il giudizio Cia sul riavvicinamento dei diversi precedenti sistemi è positivo. Tuttavia, occorre valorizzare gli elementi positivi accumulati nel tempo con la precedente esperienza. Per quanto concerne, il valore della terzietà degli organismi di controllo, nel “Forum” della Cia è stata messa in evidenza l’esperienza delle altre Dop (carattere interprofessionale di Ipq, Ineq ) che può essere un modello da utilizzare e la Confederazione ha manifestato disponibilità ad impegnarsi in questa direzione.
E’ evidente che, comunque, bisogna immaginare – è stato sottolineato nell’incontro Cia – un sistema pluralistico con più soggetti e modelli (organismi privati, pubblici, interprofessionali, di derivazione dei Consorzi, ecc.). Tale pluralismo può rappresentare anche uno stimolo all’efficacia ed alla riduzione dei costi. Allo stesso tempo, però, si può determinare una situazione di confusione e di conflitto che non gioverebbe al sistema. Infine, dopo aver espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla recente riforma Ocm, pur nella consapevolezza di rigidità ed a volte non aderenza alle specificità del sistema italiano, per la Cia si deve sciogliere la questione relativa all’accreditamento degli organismi di certificazione. L’orientamento della Confederazione finora è stato favorevole al sistema Sincert, anche se è in corso un dibattito nelle diverse filiere sull’alternativa di affidare tale compito all’Icq. Il problema, comunque, deve essere risolto.
"Si tratta – ha detto Bartolini – di valutare eventuali interventi legislativi o se è sufficiente fare riferimento all’esistente relativo alle Dop e Igp (legge 526/99, ecc.). In ogni caso, la Cia nazionale lancia una vera e propria campagna su tutto il territorio per la riorganizzazione dei Consorzi, a partire dal ruolo e dal peso degli agricoltori. L’obiettivo di fondo rimane quello di farne degli strumenti interprofessionali".
Per quanto concerne i sistemi di controllo, nel corso del “Forum” di Siena – aperto dal presidente della Cia Toscana Giordano Pascucci – sono state messe in risalto la sovrabbondanza e la sovrapposizione delle procedure e degli adempimenti da parte degli agricoltori, delle cantine. Occorre, pertanto, una maggiore semplificazione e un valido snellimento, anche per ridurre i costi che alla fine pesano sui produttori vitivinicoli. In questo contesto, possono avere un ruolo importante sia gli Enti locali che le Camere di Commercio.
Per quanto riguarda, invece, le denominazione d’origine, nell’incontro Cia è stato ribadito che è un aspetto importante e va, quindi, assolutamente tutelato. In questo modo non si valorizza solo il territorio, ma anche il “sapere, saper fare” dei produttori. Sempre in questo ambito, va affrontato in maniera adeguata il problema della certificazione delle Dop e Igp (Docg, Doc, Igt). Il giudizio Cia sul riavvicinamento dei diversi precedenti sistemi è positivo. Tuttavia, occorre valorizzare gli elementi positivi accumulati nel tempo con la precedente esperienza. Per quanto concerne, il valore della terzietà degli organismi di controllo, nel “Forum” della Cia è stata messa in evidenza l’esperienza delle altre Dop (carattere interprofessionale di Ipq, Ineq ) che può essere un modello da utilizzare e la Confederazione ha manifestato disponibilità ad impegnarsi in questa direzione.
E’ evidente che, comunque, bisogna immaginare – è stato sottolineato nell’incontro Cia – un sistema pluralistico con più soggetti e modelli (organismi privati, pubblici, interprofessionali, di derivazione dei Consorzi, ecc.). Tale pluralismo può rappresentare anche uno stimolo all’efficacia ed alla riduzione dei costi. Allo stesso tempo, però, si può determinare una situazione di confusione e di conflitto che non gioverebbe al sistema. Infine, dopo aver espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla recente riforma Ocm, pur nella consapevolezza di rigidità ed a volte non aderenza alle specificità del sistema italiano, per la Cia si deve sciogliere la questione relativa all’accreditamento degli organismi di certificazione. L’orientamento della Confederazione finora è stato favorevole al sistema Sincert, anche se è in corso un dibattito nelle diverse filiere sull’alternativa di affidare tale compito all’Icq. Il problema, comunque, deve essere risolto.