CHIANTI. E’ il Chianti Classico l’unico vino made in Italy che merita di essere portato nella classica isola deserta: è quanto emerge da un’indagine della prestigiosa rivista britannica di critica enologica Decanter, che lo ha chiesto ai suoi collaboratori più stretti. A scegliere l’unico italiano presente nelle preferenze dei giornalisti inglesi è Richard Baudains, peraltro corrispondente proprio dall’Italia per Decanter, che ha indicato nel Chianti Classico il vino che si porterebbe con sé qualora fosse costretto per il resto dei suoi giorni a vivere in un’isola sperduta.
“Il Chianti Classico – spiega Baudains – è probabilmente il vino da pasto per eccellenza, ma, allo stesso tempo, nelle sue migliori versioni, non è mai ovvio, banale o troppo semplice. In più è una tipologia che può spaziare dalla gioventù organolettica della versione “annata”, alla complessità offerta dalla versione Riserva. Ma il Chianti Classico è anche un vino capace di rivelare le diverse caratteristiche che derivano dalle diverse zone di produzione e dai diversi cru – conclude la firma di Decanter in Italia – espresse da uno stile enologico altrettanto variegato, più o meno improntato alla tradizione”.
Per i critici britannici il vino più gettonato come compagno ideale su un’isola deserta è lo Champagne, indicato da Margaret Rand, il Master of Wine James Lawther, Linda Murphy, Anthony Rose e Hugh Johnson. John Radford e Sarah Jane Evans si porterebbero, invece, su un’isola deserta lo Sherry dry “amontillado”, mentre Ch’ng Poh Tiong e Steven Spurrier sceglierebbero un Riesling prodotto però in due regioni diverse: Mosella per il giornalista asiatico e Alsazia per una delle firme più note di Decanter.
Altre scelte di singoli vini e/o zone di produzione per Stephen Brook (Chambolle-Musigny), Huon Hooke (La Tache 1978), John Livingstone-Learmoth (Hermitage bianco), Andrew Jefford (Madiran), il Master of Wine Beverly Blanning (Vouvray) e Michael Schuster (Madeira).
“Il Chianti Classico – spiega Baudains – è probabilmente il vino da pasto per eccellenza, ma, allo stesso tempo, nelle sue migliori versioni, non è mai ovvio, banale o troppo semplice. In più è una tipologia che può spaziare dalla gioventù organolettica della versione “annata”, alla complessità offerta dalla versione Riserva. Ma il Chianti Classico è anche un vino capace di rivelare le diverse caratteristiche che derivano dalle diverse zone di produzione e dai diversi cru – conclude la firma di Decanter in Italia – espresse da uno stile enologico altrettanto variegato, più o meno improntato alla tradizione”.
Per i critici britannici il vino più gettonato come compagno ideale su un’isola deserta è lo Champagne, indicato da Margaret Rand, il Master of Wine James Lawther, Linda Murphy, Anthony Rose e Hugh Johnson. John Radford e Sarah Jane Evans si porterebbero, invece, su un’isola deserta lo Sherry dry “amontillado”, mentre Ch’ng Poh Tiong e Steven Spurrier sceglierebbero un Riesling prodotto però in due regioni diverse: Mosella per il giornalista asiatico e Alsazia per una delle firme più note di Decanter.
Altre scelte di singoli vini e/o zone di produzione per Stephen Brook (Chambolle-Musigny), Huon Hooke (La Tache 1978), John Livingstone-Learmoth (Hermitage bianco), Andrew Jefford (Madiran), il Master of Wine Beverly Blanning (Vouvray) e Michael Schuster (Madeira).
L’articolo è apparso nel numero di aprile della rivista inglese.