Verrebbe infatti a cadere la dicitura
SIENA. “Sulla mancanza della denominazione ‘Nobile di Montepulciano’ dall’elenco delle menzioni tradizionali allegato alle norme sulla nuova classificazione dei vini, che la Commissione europea introdurrà a partire dal 2014, il ministro Galan tende a minimizzare l’accaduto. Il tentativo di tranquillizzare produttori ed istituzioni è apprezzabile, ma non è sufficiente ad eliminare le preoccupazioni che Consorzio ed istituzioni hanno più volte esplicitato”. E’ il commento di Susanna Cenni, deputata Pd e membro della commissione Agricoltura alla Camera, dopo la risposta del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan all’interrogazione che la stessa Cenni, assieme a Franco Ceccuzzi, aveva presentato lo scorso settembre per chiedere chiarezza, soprattutto nei confronti dei produttori. “Sappiamo che lunedì scorso – continua Cenni – si è tenuto un incontro al ministero con i tecnici della Regione Toscana e del Consorzio di tutela del Nobile di Montepulciano, dal quale però non sono emerse novità significative. Gli incontri sono positivi e devono senz’altro continuare. Però è importante che sul piano tecnico e giuridico il ministro mantenga alta l’attenzione sul quadro che si è venuto a determinare a livello di denominazioni europee”.
“Stando all’allegato in questione – dice ancora la deputata Pd – verrebbe infatti a cadere la dicitura ‘vino nobile’ e resterebbe solo il termine ‘Montepulciano’. Il rischio, più volte denunciato dal consorzio di tutela del Nobile di Montepulciano, è che vengano accomunati sotto una unica denominazione due vini diversissimi fra loro: quello prodotto in Valdichiana, dove il termine Montepulciano fa riferimento alla zona di produzione; e quello abruzzese, laddove il termine ‘Montepulciano’ non rappresenta un’indicazione geografica ma il nome di un vitigno, la cui produzione è ampiamente diffusa in Italia. Rischi da non trascurare soprattutto se consideriamo che quasi il 70 percento del Nobile di Montepulciano è destinato ai mercati esteri, ‘in primis’ Germania, Svizzera e Usa. E’ del tutto evidente che i consumatori, soprattutto non italiani, potrebbero essere indotti in confusione. Il Vino Nobile di Montepulciano è prodotto seguendo un disciplinare rigorosissimo – conclude Cenni – e rappresenta uno dei prodotti d’eccellenza dell’agroalimentare toscano. Durante la replica al ministro ho chiesto esplicitamente che il ministero possa promuovere un lavoro di coordinamento e confronto tra le Regioni interessate e che non si abbandoni il tentativo di proporre una modifica dell’allegato a Bruxelles”.
“Stando all’allegato in questione – dice ancora la deputata Pd – verrebbe infatti a cadere la dicitura ‘vino nobile’ e resterebbe solo il termine ‘Montepulciano’. Il rischio, più volte denunciato dal consorzio di tutela del Nobile di Montepulciano, è che vengano accomunati sotto una unica denominazione due vini diversissimi fra loro: quello prodotto in Valdichiana, dove il termine Montepulciano fa riferimento alla zona di produzione; e quello abruzzese, laddove il termine ‘Montepulciano’ non rappresenta un’indicazione geografica ma il nome di un vitigno, la cui produzione è ampiamente diffusa in Italia. Rischi da non trascurare soprattutto se consideriamo che quasi il 70 percento del Nobile di Montepulciano è destinato ai mercati esteri, ‘in primis’ Germania, Svizzera e Usa. E’ del tutto evidente che i consumatori, soprattutto non italiani, potrebbero essere indotti in confusione. Il Vino Nobile di Montepulciano è prodotto seguendo un disciplinare rigorosissimo – conclude Cenni – e rappresenta uno dei prodotti d’eccellenza dell’agroalimentare toscano. Durante la replica al ministro ho chiesto esplicitamente che il ministero possa promuovere un lavoro di coordinamento e confronto tra le Regioni interessate e che non si abbandoni il tentativo di proporre una modifica dell’allegato a Bruxelles”.