Senza tralasciare i "pezzi" da collezione...
di Gianfranco Campione
SIENA. Come si diceva nel precedente articolo (https://www.ilcittadinoonline.it/news/149457/Il_cavatappi_ovvero_come_entrare_in_un_mondo_sorprendente.html), non c’è dubbio che il cavatappi sia nato e si sia evoluto in Inghilterra, a partire dal 17° secolo. Il formidabile istinto mercantile che animava il popolo Inglese in quella fase storica, lo spinse a sviluppare in tutto il Mediterraneo l’attività dei “Wine Merchants” e dei commerci ad essa collegati.
Le querce da sughero, necessarie per tappare nel porto di Londra le bottiglie di vini destinati ai gentleman inglesi, non crescevano sul territorio inglese? No problem: i mercanti inglesi rimediavano, utilizzando i galeoni con cui esportavano le loro famose lane di montone, per importare quantità crescenti di sughero lusitano. Così i galeoni di sua maestà salpavano da Londra per Lisbona carichi di lane per il fiorente mercato portoghese e ne ritornavano pieni del prezioso “cork” per imbottigliare i vini di Bordeaux, i Porto, i Madera, gli Xeres (Sherry) o i Marsala di Sicilia…
In Francia, il processo di sviluppo dei cavatappi ebbe inizio a partire dal 1728. In quell’anno un decreto reale concesse l’autorizzazione ad imbottigliare il vino, cosa fino allora proibita. Il motivo della rimozione del precedente divieto è legata all’apparizione delle solide bottiglie in vetro nero di fabbricazione (naturalmente) inglese. Queste bottiglie garantivano costanza nella quantità e robustezza nella struttura.
E l’Italia? In minore quantità, il vino in bottiglia e con esso i cavatappi, cominciano ad apparire anch’essi all’inizio del 18° secolo. Nella commedia “La Moglie saggia” di Carlo Goldoni (1752), alla domanda : “Avete un tirabusson?” un personaggio risponde “Sì. Lo porto sempre addosso”. Comunque, l’utilizzo di un francesismo ci indica chiaramente come in quei tempi l’uso del prezioso arnese fosse ancora molto limitato.
Ma qual era il tipo di cavatappi più in uso? Era il tipo più semplice, detto a T o , anche, “a strappo”. Quello, cioè, composto da un fusto orizzontale (metallico o di legno)e da un verme di vario tipo ( “a coda di maiale”, a nucleo centrale, a vite di Archimede ) per garantire la migliore penetrazione nel sughero. Spesso questi cavatappi erano avvitati in custodie per rendere l’oggetto portabile in tasca.
Samuel Henshall registra il primo brevetto in Inghilterra nel 1795: si tratta di un cavatappi a T con l’ingegnosa aggiunta di un disco oppositore lungo il verme per rendere più facile e sicura l’estrazione. Nel 1802 è documentato, sempre in Inghilterra, il secondo brevetto a cura di un certo Edward Thomason: un meccanismo molto ingegnoso che consente l’estrazione del tappo senza toccarlo con le dita.
Nel 19° secolo, con lo sviluppo dei processi industriali, si moltiplicano le soluzioni con straordinari meccanismi ed invenzioni che hanno l’obiettivo di diminuire lo sforzo di estrazione , di migliorare l’estetica del prodotto e di utilizzare i materiali più diversi. Si passa così dai cavatappi “semplici” a quelli “a meccanismo”(a leva singola, a due leve, a due leve con pinza, a leve composte, a pignone più cremagliera etc…)
La tendenza continua anche nel secolo 20° in cui si raggiungono dei risultati di design veramente straordinari , come il recente “screw-pull”, inventato pochi anni fa da un ingegnere del Texas, in cui l’azione di penetrazione del verme avviene contemporaneamente a quella di estrazione del sughero. Questa breve elencazione vi fa anche capire perché il cavatappi abbia affascinato (e continui ad affascinare) non solo le menti di ingegneri, architetti , designers, ma anche quelle di artisti, decoratori, pubblicitari. Migliaia di pezzi unici, in metalli preziosi, sono stati creati nel corso dei secoli e costituiscono l’oggetto di apposite aste, con cataloghi ricchissimi, che si svolgono diverse volte all’anno nelle famose sale delle aste di Sotheby’s , Christie’s, Bonham’s etc nelle più importanti città del mondo.
I prezzi raggiunti da taluni pezzi unici sono astronomici, ma anche quelli ottenuti da ingegnosi prodotti industriali dell’800 o artigianali del 700, sarebbero stati impensabili 30-35 anni fa, quando iniziai la mia piccola collezione battendo i piccoli mercatini della domenica nei villaggi dell’Inghilterra rurale!
(Nella foto, cavatappi figurativo della prima metà del ‘900, probabilmente di origine tedesca. Molto rivalutati di recente)